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ITALIA, “IL” PAESE DEL VINO. PAROLA DI TIM ATKIN. MA PER IL MASTER OF WINE E WINE WRITER INGLESE, LA COMUNICAZIONE È “UN DISASTRO. OGNUNO VA IN ORDINE SPARSO, E ANCHE SUL WEB NON CI SONO LE GIUSTE RISORSE. MA LE POTENZIALITÀ SONO ALTISSIME” ...

Italia
Tim Atkin

“La comunicazione del vino italiano all’estero? Se devo essere completamente onesto la definirei un disastro”. Parola di Tim Atkin, Master Of Wine e uno dei più seguiti wine writer di Oltremanica, che a WineNews spiega: “niente è centralizzato, a mio modo di vedere, per esempio, nella promozione dell’Italia del vino in una piazza importante come Londra. Si procede in ordine sparso, ognun per sé, e credo che l’Italia abbia un potenziale enorme perché, perché è molto amata, molti ci vanno in vacanza, e c’è tutto il mondo dei nuovi vini italiani da scoprire - ormai c’è familiarità col Chianti, col Soave, col Frascati e così via - ci sono le nuove “stelle” del vino, particolarmente del Sud, e tutti i vari cru del Barolo. Ma anche sul web (strumento che Atkin conosce bene, come dimostrano i tanti premi ricevuti dal suo www.timatkin.com) non c’è molto da parte delle “fonti ufficiali”. Certo, non tutto è da buttare, e i buoni esempi non mancano: “alcune Regioni sono meglio pubblicizzate e comunicate di altre, in particolare la Toscana - basta guardare al Vino Nobile di Montepulciano, al Brunello di Montalcino, al Chianti Classico - e poi ci sono le anteprime in Sicilia e Piemonte, ma vorrei vedere molte più iniziative del genere, di promozione generale, migliori risorse, soprattutto per l’educazione al vino sul web. Credo che ci sia un’enorme mole di lavoro da fare su questo versante in Italia, se solo qualcuno cominciasse a metterci mano”. Già, ma da dove partire? “Prima di tutto lavorando tutti insieme. So che non è una cosa molto “italiana” da fare, ma credo che promuovere una Regione con una voce sola promuoverà anche il proprio brand di cantina, anche perché l’Italia, come e più della Francia, è una nazione molto “regionalizzata”: ogni territorio ha i suoi cibi tipici, che si accompagnano bene ai vini locali, e quindi credo che promuovere ogni Regione, e l’Italia in generale, come una destinazione per il turismo enogastronomico, assicurerebbe un futuro fantastico. Inoltre, il vino si produce in tutte le regioni del Paese, a differenza della Francia, e quindi l’Italia può autopromuoversi come “Il” Paese del vino”.
Dal suo punto di vista chi è il vero competitor dei vini italiani? Si parla sempre della Francia, ma ci sono altri Paesi che possono esserlo? “A essere onesti credo che tutti lo siano, ma l’Italia deve rendersi conto del fatto che non è in competizione con sé stessa, questo è l'importante: le persone della Toscana pensano che i propri competitor siano i piemontesi, i pugliesi pensano che i loro competitor siano i campani, ma non è così. L’Italia può “vendersi” come nazione, e allora sì che si può competere con chiunque”.

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