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ARRIVA LA DOC “ROMAGNA”: A RIUNIRE IN UN UNICO DISCIPLINARE, LE DOC SANGIOVESE, TREBBIANO, CAGNINA E PAGADEBIT CON L’OBIETTIVO DI SALVAGUARDARE E PROMUOVERE CON MAGGIORE EFFICACIA, SUL MERCATO NAZIONALE E INTERNAZIONALE QUESTO TERRITORIO

Arriva la Doc “Romagna”: per il vino romagnolo si tratta di una svolta per dare un nuovo impulso al settore. Dopo l’approvazione da parte del Ministero delle Politiche Agricole (avvenuta il 22 settembre), l’altro ieri è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 235 il decreto di riconoscimento della nuova denominazione di origine controllata dei vini “Romagna”. Denominazione che, oltre a prevedere la modifica della Docg Albana di Romagna in “Romagna Albana”, accorpa in un unico disciplinare, oltre all’Albana spumante, le Doc Sangiovese, Trebbiano, Cagnina e Pagadebit, variandone la denominazione in “Romagna Sangiovese”, “Romagna Trebbiano”, “Romagna Pagadebit”, “Romagna Cagnina”. La nuova denominazione “Romagna” sarà in vigore già da questa vendemmia 2011.

Il disciplinare “Romagna” riunisce, quindi, tutte le attuali denominazioni, con l’obiettivo di salvaguardare e promuovere con maggiore efficacia, sul mercato nazionale e internazionale, i territori dei vini e ovviamente i prodotti a Denominazione di Origine. Il nuovo disciplinare non ha stravolto le denominazioni che conosciamo da anni ma le ha solo unificate in un unico documento, anteponendo la parola Romagna al vitigno. Il nome geografico aiuta nell’identificazione di un territorio che ha una spiccata vocazione nell’ospitalità, nella cultura, nell’arte, nel paesaggio, nella qualità della vita e nella qualità della gastronomia.

Nel contempo il disciplinare ha anche apportato delle piccole modifiche che si erano rese necessarie al fine di recepire i miglioramenti produttivi e per avvicinarsi sempre più alle richieste dei consumatori. Oggi il Consorzio dei Vini di Romagna controlla 12 milioni di bottiglie contraddistinte dal marchio del “Passatore” ed è costituito da 9 cantine cooperative, 83 produttori vinificatori, 11 imbottigliatori e 4.900 aziende con vigneti iscritti agli albi delle denominazioni di origine.

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