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IL ROSSO DI MONTALCINO ANCORA SANGIOVESE 100%. IN ASSEMBLEA NON PASSA LA PROPOSTA DEL CAMBIO DEL DISCIPLINARE DEL “FRATELLO MINORE” DEL BRUNELLO. BATTAGLIA CHIUSA, TEMPO E MERCATO DIRANNO POI LA LORO ... FOCUS: CARATTERISTICHE & NUMERI DEL ROSSO

Italia
Un vigneto nel territorio del Brunello

Difficilmente l’ipotesi di un cambio di disciplinare di un vino (che è deciso e proposto dai produttori) fa notizia così in Italia ed anche all’estero. E, se lo fa, vuol dire che si considera importante il territorio dove questo vino nasce, considerando anche il fatto che è il vino meno importante (o almeno fino adesso era considerato tale). E questa è la constatazione forse decisiva. Un clamore quello destato da questa vicenda che, comunque, rivela la crescente importanza di internet e dei blog del vino (uno strumento di cui i produttori italiani, nel bene e nel male, devono sempre più tener conto), che hanno animato e “influenzato” il dibattito, in tutto il mondo.
E tutto questo “a prescindere”, o comunque, prima ancora, dell’“analisi politica” della votazione di oggi, che, a Montalcino, ha consacrato ancora una volta la vittoria del Sangiovese: i produttori, a maggioranza (69% contrari al cambio, contro il 31% a favore), hanno deciso, con votazione a scrutinio segreto (a cui ha partecipato ben l’86% degli aventi diritto), che il disciplinare del Rosso, che è la quarta etichetta di Montalcino negli scaffali del mondo (considerando Brunello, Brunello Selezione/Vigna e Brunello Riserva), non si tocca. Una decisione che almeno mette la parola fine all’annosa polemica “disciplinare”. Ma che vede, comunque, formarsi una spaccatura nell’“elettorato”, probabilmente non facile da ricomporre.
La “battaglia” sul disciplinare, che altro non è che un atto di autodeterminazione dei produttori, è finita. Adesso saranno il tempo e il mercato a dire la loro.

Focus - Il Rosso di Montalcino: legge e numeri
La Doc Rosso di Montalcino è nata nel 1983 ed è diventata operativa nel novembre 1984. In precedenza, c’era stata una fase in cui il “non-Brunello” veniva commercializzato con la dizione “Vino Rosso dai Vigneti di Brunello”.
Il Rosso di Montalcino nacque, dunque, non solo per eliminare questa tipologia decisamente fuorviante, ma anche per permettere di poter commercializzare un vino in tempi meno impegnativi (un solo anno di invecchiamento) sul Brunello (inizialmente in commercio solo dopo 5 anni effettivi di affinamento) e per poter favorire l’utilizzo delle uve allevate nei vigneti più giovani, in un vino che fosse meno importante.
Una scelta intelligente e che andava (e va rubricata) come quella per una denominazione squisitamente “di ricaduta”, cioè studiata per un vino ottenuto dal declassamento delle uve destinate al Brunello.
Storicamente, il Rosso di Montalcino, però, non è mai decollato più di tanto dal punto di vista quantitativo (e qualitativo, aggiungiamo, tranne rare e costose eccezioni). Evidentemente, perché con il successo sempre maggiore del Brunello (e i suoi notevoli margini di redditività) i produttori hanno finito per privilegiare quest’ultimo.
Oggi, il Rosso di Montalcino che, nel 2005, è stato prodotto in 4.700.000 bottiglie, si attesta sui 3.600.000 pezzi (fonte: Consorzio del Brunello di Montalcino, anno 2010).
Ma sulla vera incisività del Rosso di Montalcino sui mercati dovrebbe fornire un dato solido e chiaro la pubblicazione, fra 3 giorni, dei dati ufficiali delle giacenze sul sito www.artea.toscana.it, l’Agenzia regionale Toscana per le erogazioni in agricoltura.

La nota stampa - Il Rosso di Montalcino: il disciplinare non si cambia
L’assemblea dei produttori riuniti nel Consorzio del Brunello di Montalcino convocata oggi ha respinto la proposta di modifica del disciplinare della Doc Rosso di Montalcino. “E’ stata una decisione molto dibattuta e sofferta che evidenzia - ha sottolineato il Presidente, Ezio Rivella - il forte coinvolgimento dei produttori riuniti nel Consorzio e che lascia assolutamente intatti la peculiarità ed il valore di una Doc di altissimo profilo internazionale. Il cambio di disciplinare del resto era tra i punti da esplorare sul mandato del nuovo Consiglio che comunque sta portando avanti un rilevante progetto di marketing - denominato Montalcino 2015 - per anticipare gli effetti dei cambiamenti sui mercati internazionali e proiettarci nei prossimi dieci anni”.
Info: www.consorziobrunellodimontalcino.it

L’opinione - Jacopo Biondi Santi: “la strada giusta sia commerciale che di immagine”
Dopo la decisione dei produttori di Montalcino di lasciare che anche il Rosso sia prodotto da sole uve Sangiovese come il Brunello, arriva su questa articolata e, a tratti, vivace discussione sul disciplinare del “second vin” di Montalcino, la dichiarazione di Jacopo Biondi Santi, figlio del “gentleman del Brunello” Franco e suo immediato successore come custode della tradizione di uno dei vini più importanti del mondo. “Montalcino è matura come le sue uve e la 2011 è una vendemmia molto importante. E’ stata presa ieri una decisione con grande consapevolezza e in grande maggioranza. Una decisione che è la strada giusta da intraprendere sia dal lato commerciale che di immagine”.

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