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SE LA CANTINA SI RIEMPE ALL’AEROPORTO: NEL 2010 I “DUTY FREE” HANNO VISTO CRESCERE (SUL 2009) DEL 3,7% LE VENDITE DI VINO, E DEL 13,5% QUELLE DEGLI ALCOLICI. LO DICE UNO STUDIO DELL’INTERNATIONAL WINE & SPIRIT RESEARCH

Italia
Lo scaffale di un duty free d’aeroporto

Estate, tempo di viaggi e aeroporti pieni. Un’occasione in più per comprare una bottiglia di vino, magari come ricordo del Paese o dei territori che si sono visitati. Occasione che, almeno nel 2010, hanno colto in tanti: Secondo uno studio dell’International Wine & Spirit Research, le vendite di vino e prodotti alcolici nei duty free degli aeroporti di tutto il mondo, sono aumentate, rispettivamente del 3,7% e del 13,5% sul 2009. Un volume di vendita che equivale 25,4 milioni di casse di questi prodotti, pari, complessivamente ad un +10,4% di incremento sul 2009.

I mercati americani, africani, orientali e asiatici, dove il duty free è ormai una sorta di vero e proprio negozio al dettaglio, mostrano una crescita a due cifre dei volumi di vendita, mentre l’Europa cresce del 5,9%. Una crescita inferiore imputata anche al fatto che i duty free dell’Unione Europea, secondo lo studio, rappresentano un concetto di vendita obsoleto, destinato ad attirare soprattutto il consumatore in attesa facoltoso e disposto ad acquistare un’offerta particolare e lussuosa. I prodotti più gettonati (oltre il 20% in più di crescita) sono i whisky americani, il cognac e la tequila.

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