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INCHIESTA WINENEWS - I BIANCHI “BATTONO” VERAMENTE I ROSSI NELLE PREFERENZE DEI CONSUMATORI? PER I PRODUTTORI DEI TERRITORI A PIU’ ALTA VOCAZIONE BIANCHISTA (DAL COLLIO AL SOAVE, DAL VERDICCHIO ALLA SICILIA, ALLA CAMPANIA) LA RISPOSTA È NO

Italia
Un brindisi con il Soave, uno dei bianchi più richiesta dal mercato

Stando al recente report di Assoenologi sul 2010 del vino italiano, ci sarebbe in atto un cambiamento non da poco: la richiesta di vini rossi del Bel Paese, fatta eccezione per alcuni mercati, rimarrebbe inferiore a quella dei vini bianchi. Una tendenza, nel totale delle vendite delle etichettte tricolori, decisamente in controtendenza, e che Assoenologi quantifica percentualmente in un 60% a favore dei bianchi sul 40% totalizzato da rossi e rosati. Un dato aggregato che, probabilmente, esprime tutta la produzione di vini ottenuti da uve bianche (comprendendo, quindi, anche spumanti e vini dolci e, paradossalmente, anche quei prodotti ottenuti da uve rosse vinificate, però, in bianco) e che, stando ad una più precisa delimitazione in termini di tipologia, non sembra trovare conferma, almeno secondo le valutazioni di alcuni dei più importanti produttori “bianchisti” di Enotria, “sondati” da WineNews.

Non solo, ma pare decisamente più concreta, se di nuova tendenza sia necessario parlare, quella stilistica (vini di territorio versus vini industriali; vini da vitigni di antica coltivazione versus vini da vitigni internazionali; vini leggeri e bevibili versus vini potenti e legnosi), che, peraltro, interessa indistintamente sia bianchi che i rossi.

“I vini bianchi, evidentemente, rappresentano una fetta importante del nostro giro d’affari - spiega Michele Bernetti, alla guida della Umani Ronchi, una delle realtà produttive più importanti e prestigiose delle Marche - restando stabili nei mercati classici, come Nord America ed Europa, ma tendenzialmente rimanendo ancora al di sotto della richiesta dei rossi. Il Verdicchio è un bianco importante, che tiene bene sul mercato, ma non mostra un tendenziale aumento di richiesta”.

Fa eco alle parole di Michele Bernetti il panorama che tratteggia Piero Mastroberardino, alla guida dello storico marchio del vino campano: “In Irpinia storicamente c’è sempre stata una forte presenza di vini bianchi, che sostanzialmente tengono le posizioni acquisite, almeno per quanto riguarda la nostra produzione. Non vedo certo un aumento della loro richiesta - prosegue Mastroberardino - piuttosto vedo decisamente un aumento d’interesse verso i rossi campani. I Taurasi sono oggi declinati con enormi miglioramenti qualitativi e rappresentano una denominazione in ascesa, ma, in generale, se produciamo anche un più facile Irpinia Aglianico, siamo sicuri che andrà esaurito in breve tempo”.

Un analogo ragionamento si ritrova nelle parole di Gianni Venica, a capo dell’omonima azienda del Collio friulano: “La nostra azienda è bianchista, abbiamo visto crescere negli ultimi 10, 12 anni l’interesse per i bianchi friulani, nonostante una forte campagna a favore dei rossi, a cominciare da quella sulla loro superiore salubrità. Certo, però, parlare di una tendenza completamente invertita, mi sembra un azzardo. Siamo contenti dei nostri risultati - prosegue Gianni Venica - e i vini bianchi più freschi e leggeri stanno andando molto bene, ma credo che si tratti di una stabilizzazione e non di un “sorpasso” sui rossi. Faccio un esempio semplice: nei mercati emergenti è senz’altro il vino rosso - conclude Venica - ad attirare indiscutibilmente di più anche per banali motivazioni estetiche”.

E, sempre da una regione bianchista, il Veneto e dalla denominazione bianchista per antonomasia di questa Regione, non è molto diverso il commento di Aldo Lorenzoni, direttore del Consorzio del Soave: “siamo bianchisti, i nostri vini sono in salute e attraversano un buon momento sui mercati internazionali. Ma parlare di un deciso cambiamento nei gusti dei consumatori a favore dei vini bianchi, forse è un po’ troppo. Magari ci può essere una preferenza per vini più freschi e leggeri, che, peraltro, riguarda anche i rossi”.

Dalla Sicilia Alessio Planeta, alla guida dello storico marchio con sede a Menfi ci spiega: “un certo risveglio dei vini bianchi, di prezzo medio, forse c’è, ma sostanzialmente la situazione mi pare decisamente stabile. Anche se la nostra produzione è leggermente sbilanciata sui bianchi non vedo proprio un aumento di richiesta verso questa tipologia, non è questa la nuova tendenza. Se mai, vedo molto più concretamente una tendenza stilistica, da parte delle aziende, di offrire prodotti di territorio, da vitigni autoctoni, più eleganti che potenti, che sembra essere molto premiata dai consumatori”.

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