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Dall’orto portatile da tenere con sè anche in ufficio a quello verticale nelle case, per Coldiretti/Ixè gli italiani sono un popolo di “hobby farmers”. Focus: il decalogo dell’orto perfetto

Non Solo Vino
Lo studio Coldiretti/Ixè su “Italiani popolo di hobby farmers”

Dall’orto portatile da tenere con sè anche in ufficio a quello verticale nelle case, dall’orto “ecologico” per riciclare materiali e non inquinare a quello rialzato per chi non può piegarsi, sono diverse le opportunità offerte anche a quanti non hanno spazi disponibili per piantare ortaggi e frutta. Emerge dalla studio Coldiretti/Ixè su “Italiani popolo di hobby farmers”, presentato ieri a #stocoicontadini a Bari, e secondo il quale sono più di sei su dieci (63%) gli italiani che con la zappa in mano dedicano parte del tempo libero alla cura di verdure, ortaggi, di piante e fiori in vaso o nella terra. E tra gli hobby farmers cittadini non si trovano solo pensionati, ma anche persone più giovani, italiani e stranieri.
L’investimento per realizzare un orto tradizionale in giardino? Si può stimare intorno ai 250 euro per 20 metri quadrati “chiavi in mano” per acquistare terriccio, vasi, concime, attrezzi, reti per delimitare le coltivazioni, sostegni vari, sementi e piantine. Individuare lo spazio giusto e, la stagionalità, conoscere la terra di cui si dispone, scegliere attentamente semi e piantine a seconda del ciclo e garantire la disponibilità di acqua sono alcune delle regole da seguire per ottenere buoni risultati. “E la voglia green degli italiani da quest’anno può contare anche su un nuovo strumento che è il bonus verde che prevede detrazioni ai fini Irpef del 36% delle spese per lavori di “sistemazione a verde” di aree scoperte private di edifici esistenti, unità immobiliari, pertinenze o recinzioni, impianti di irrigazione e realizzazione pozzi nonché per la realizzazione di coperture a verde e di giardini pensili”, ha ricordato il presidente Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “il bonus si applica nel limite massimo di spesa di 5.000 euro per interventi sulle singole unità immobiliari e sulle parti esterne condominiali”.
E per chi non ha disponibilità di spazi propri, mai così tante aree verdi sono state destinate ad orti pubblici in Italia nelle città capoluogo dove con una crescita del 36,4% in 5 anni si è raggiunto il record di oltre 1,9 milioni di metri quadri di terreno di proprietà comunale, divisi in piccoli appezzamenti e adibiti alla coltivazione familiare, secondo una analisi della Coldiretti su dati report Ambiente urbano 2017 di Istat. La crescita degli orti urbani in Italia ha riguardato soprattutto il Nord con l’Emilia Romagna che guida la classifica delle Regioni “urban farmers” con il 37% di tutti gli orti pubblici a livello nazionale per oltre 704.000 metri quadrati, seguita dalla Lombardia con il 10,2% e più di 193.000 metri quadrati e dalla Toscana con il 9% e oltre 170.000 metri quadrati. Nella “top five” regionale entrano anche il Veneto con l’8,5% e 160.000 metri quadrati e il Piemonte con il 7,6% e quasi 144.000 metri quadrati. Tra le Regioni del centro Italia la leadership spetta alle Marche con più di 104.000 metri quadrati, con alle spalle Umbria e Lazio. Mentre al Sud la classifica è guidata dalla Campania rappresentata dagli oltre 116.000 metri quadrati di Napoli seguita da Sicilia, Sardegna e Calabria.
In particolare se a Napoli gli spazi comunali degli hobby farmers sono aumentati di 13 volte, Milano ha registrato una crescita dell’86,8% sfiorando i 74.000 metri quadrati, mentre Torino segna un aumento del 20% arrivando a 60.000 metri quadrati contro i 67.000 metri quadrati di Verona cresciuta del 12,6%. Ma il record nazionale assoluto per la disponibilità di spazi per appassionati della zappa spetta a Bologna con 165.843 metri quadrati, ma con una crescita più contenuta del 5,8% in 5 anni rispetto ad altre città italiane. Tra le grandi metropoli del Sud, Palermo è invece stabile a 30.000 metri quadrati mentre a Roma si superano i 20.000 metri quadrati.
Ogni amministrazione, spiega Coldiretti, applica poi parametri e sistemi diversi per la concessione degli orti pubblici: ci sono Comuni che li danno in uso annuale in cambio di un piccolo canone dopo averli recintati e attrezzati con acqua e piccolo riparo per gli attrezzi, altri che li riservano solo a certe fasce di età e altri ancora che aprono dei veri e propri bandi per le assegnazioni con quote di canone che cambiano a seconda del reddito e dell’età. Per i più coraggiosi ci sono anche le tecniche di “guerrilla gardening” che possono essere adottate da quanti non hanno spazi disponibili per piantare ortaggi, frutta o fiori nei terreni nei centri delle città.
Ma ci sono anche ben 1,2 milioni di italiani maggiorenni che coltivano almeno un ettaro di terreno a uso familiare o per avere un piccolo reddito integrativo e si possono definire veri e propri agricoltori hobbisti secondo Nomisma. Si tratta in larga maggioranza di famiglie che hanno ereditato aziende o pezzi di terreno da genitori e parenti dei quali hanno voluto mantenere la proprietà per esercitarsi nel ruolo di coltivatori e allevatori, piuttosto che venderli come accadeva spesso nel passato. Ma ci sono anche tanti che hanno acquistato terreni o piccole aziende agricole anche in aree svantaggiate per ristrutturarle e avviare piccole attività produttive, dall’olio al vino, dall’allevamento delle galline a quello dei cavalli.
Il boom degli hobby farmers ha importanti effetti sul mercato e sull’occupazione. Secondo i dati diffusi da Comagarden le vendite di macchine per il giardinaggio nel 2017 hanno registrato un incremento delle vendite del 7,3% per i trattorini e addirittura del 18,5% per i rasaerba robotizzati. Per non parlare delle serre e dei vivai dove gli italiani a inizio stagione vanno a rifornirsi di piante e fiori grazie ad un settore che in Italia vale complessivamente oltre 2,5 miliardi di euro e conta 100mila addetti in 27.000 aziende impegnate nella coltivazione di oltre 2.000 specie vegetali.

Focus - Coldiretti: il decalogo per un orto (quasi) perfetto
1) Spazio giusto: è necessario individuarlo. L’orto in piena terra è la soluzione migliore. Per chi non ha il giardino, il balcone o il terrazzo sono una buona alternativa. L’importante è che siano soleggiati e ventilati.
2) Stagionalità: occorre conoscerla. A ogni periodo dell’anno il suo prodotto. Per sapere quando e cosa coltivare è utile dotarsi di un calendario delle semine con indicate le fasi lunari.
3) Giusto tempo: gli orti, anche quelli di piccole dimensioni, necessitano di cure quotidiane. Se si ha poco tempo il consiglio della Coldiretti è di comprare le piantine già sviluppate e trapiantarle.
4) Buona terra: è garanzia di risultati. Per mantenere un buon livello di fertilità è meglio scegliere compost vegetale biologico o terriccio universale.

5) Semi e piantine: ci sono selezioni da fare e regole da rispettare a seconda che si lavorino ortaggi a ciclo lungo (fagioli, piselli, fave) o a ciclo corto (ravanelli, rucola o carota).

6) Trapianto: si realizza quando le dimensioni della piantina superano quelle del recipiente. È possibile cambiare più volte il vaso aumentandone man mano la grandezza.
7) Acqua: per un’adeguata crescita alle colture il terreno deve essere sempre umido, ma mai bagnato, secondo la Coldiretti. Le innaffiature vanno regolate a seconda della temperatura e dello sviluppo delle piante.

8) Temperatura: è importante fare attenzione all’andamento del tempo. A marzo e ad aprile il rischio di gelate notturne è ancora alto: è bene quindi proteggere le piantine con dei teli isolanti.
9) Parassiti: formiche, mosca degli orti, ragnetti rossi e bruchi sono i principali insetti che possono arrivare a creare seri problemi alla produzione. Per limitare questi attacchi, oltre a usare prodotti specifici, è bene scegliere ortaggi che si adattano meglio al clima e al territorio dove si vive.

10) Costi: realizzare un orto in giardino, secondo Coldiretti, ha una spesa contenuta. Tra terra, piantine o semi, concime e strumenti di lavoro, l’investimento si può stimare intorno ai 250 euro per uno spazio di 20 metri quadrati “chiavi in mano”.

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