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Da domani scatta l’obbligo di indicare nell’etichetta degli alimenti, la sede e l’indirizzo dello stabilimento di produzione o di confezionamento. Lo ricorda la Coldiretti. “Al più presto sia prevista anche l’origine degli ingredienti”

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Da domani scatta l’obbligo di indicare nell’etichetta degli alimenti, la sede e l’indirizzo dello stabilimento di produzione o di confezionamento

Da domani scatta l’obbligo di indicare nell’etichetta degli alimenti, la sede e l’indirizzo dello stabilimento di produzione o di confezionamento. Lo ricorda la Coldiretti, a 180 giorni di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale di “una norma che consentirà di verificare se un alimento è stato prodotto o confezionato in Italia, e sostenuta dai consumatori che per l’84% ritengono fondamentale conoscere, oltre all’origine degli ingredienti, anche il luogo in cui è avvenuto il processo di trasformazione, secondo la consultazione on line del Ministero delle Politiche Agricole”.
Con l’obbligo, ovviamente, arrivano anche sanzioni, in caso di inadempimento, che vanno da 2.000 euro a 15.000 euro, ricorda la Coldiretti, per la mancata indicazione della sede dello stabilimento o se non è stato evidenziato quello effettivo nel caso l’impresa disponga di più stabilimenti.
Se l’operatore del settore alimentare disponga di più stabilimenti, è consentito indicare tutti gli stabilimenti purché quello effettivo sia evidenziato mediante punzonatura o altro segno identificativo, mentre nel caso di prodotti non destinati al consumatore finale ma alla ristorazione collettiva (come ristoranti, mense) o all’azienda che effettua un’altra fase di lavorazione, ci si può limitare a indicare la sede dello stabilimento solo sui documenti commerciali di accompagnamento”.
Un passo importante, dunque, ma “insieme allo stabilimento di lavorazione - sostiene la Coldiretti - va al più presto prevista l’indicazione obbligatoria in etichetta, per tutti gli alimenti, anche dell’origine degli ingredienti, che è di gran lunga considerato l’elemento determinate per le scelte di acquisto dal 96% dei consumatori”.

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