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Il Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina: “nella prossima legislatura ci sono le condizioni perché l’Italia abbia un vero e proprio Ministero dell’Alimentazione. Proposta centrale per lavorare su agricoltura, alimentazione e ambiente”

Correva l’anno 2016, ed il 13 gennaio, l’allora Presidente del Consiglio Matteo Renzi annunciava che “con i decreti Madia, il Ministero dell’Agricoltura prenderà il nome di Ministero dell’Agroalimentare, che è un Ministero centrale nello sviluppo e nell’identità del sistema Paese”. Parole che il Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina, intorno alla metà del suo mandato, commentava positivamente (https://goo.gl/mSsy3E) ma che, poi, sono rimaste lettera morta. Oggi, due anni dopo esatti, lo stesso Martina, da Ministro uscente, dalle pagine dell’Huffington Post Italia, rilancia, con l’idea di un Ministero dell’Alimentazione.
“Nella prossima legislatura ci sono tutte le condizioni perché l’Italia abbia un vero e proprio Ministero dell’Alimentazione. È una delle proposte centrali - scrive Martina, https://goo.gl/Cd8Az9 - che avanziamo per continuare a lavorare al massimo sulle tre A fondamentali del futuro del Paese: agricoltura, alimentazione e ambiente. Fare nascere un Ministero dell’alimentazione, nella patria della Dieta Mediterranea (che, ricordiamo noi, è anche Patrimonio Unesco, ndr), significa prima di tutto dare la massima centralità pubblica a un tema decisivo anche per noi come quello della nostra sicurezza alimentare. Significa riconoscere il cibo come leva formidabile di protagonismo dei nostri territori e della comunità, delle nostre aziende, del nostro saper fare enogastronomico, nel paese leader delle qualità agroalimentari. È una sfida culturale e sociale prima ancora che economica e produttiva. Pensiamo a un Ministero dell’Alimentazione che abbia competenze, capacità, organizzazione e risorse per tutelare e promuovere unitariamente al massimo il made in Italy, aumentare ancora la forza dei controlli, rispondere alle esigenze delle aziende, dagli agricoltori ai trasformatori fino ai cittadini consumatori. Un’operazione di semplificazione e rafforzamento del rapporto tra lo Stato e i tanti protagonisti di questa esperienza unica che il mondo riconosce e invidia e che oggi vede riferimenti troppo frammentati in più amministrazioni e sente forte l’esigenza di coordinamento per fare squadra di fronte alle nuove insidie. Anche così vogliamo far compiere un ulteriore salto di qualità a una delle esperienze più forti e distintive del nostro Paese. Perché l’Italia può essere sempre di più la patria globale del cibo sano e sicuro. Dove agricoltura, alimentazione e ambiente diventano protagonisti essenziali di un nuovo modello di sviluppo per le persone e per le comunità”.
Parole sicuramente condivisibili. L’auspicio è che, questa volta, magari, vivano uno sviluppo concreto.

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