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Italia leader europea del settore multifunzionale agrituristico, che vale 11 miliardi di euro. Lo rivela, ad AgrieTour 2017, il report Ismea: nel 2016 sono 22.661 gli agriturismi, 423 in più del 2015, con un fatturato diretto da 1,25 miliardi di euro

L’Italia è il Paese leader nel settore della multifunzionalità agricola e agrituristica: tutte le attività che girano intorno al mondo dell’ospitalità in agriturismo sono il punto forte del Belpaese che, infatti, sono stimate 11 miliardi di euro, superando la Francia (6,5 miliardi) e Paesi Bassi (3,2 miliardi). Emerge dal “Rapporto annuale su multifunzionalità agricola e agriturismo”, realizzato da Ismea nella Rete Rurale Nazionale 2014-2020 ad “AgrieTour” 2017 (terminato ieri) ad Arezzo, dove è emerso anche che il valore delle attività multifunzionali italiane è cresciuto del +121,8% dal 2000; e proprio al centro della multifunzionalità c’è l’agriturismo, che meglio la rappresenta. Non a caso sono ben 22.661, al 2016, le aziende agrituristiche in Italia: 423 aziende in più (+1,9%) sul 2015. Un mercato che vede dinamiche importanti al suo interno: innanzitutto il fatturato, che segna 1,25 miliardi di euro nel 2016, con un +5,2% sul 2015. Toscana e Provincia di Bolzano forniscono un terzo dell’offerta nazionale, rispettivamente con 4.518 e 3.150 aziende autorizzate. Il settore cresce anche nel Mezzogiorno dove si registra l’aumento più consistente di aziende (+6,3%), rispetto al Centro (+ 1,8%) e al Nord (+0,3%). Per quanto riguarda la domanda, nel periodo 2005-2016 gli arrivi sono più che raddoppiati (+125%), passando da 1,3 milioni a oltre 3 milioni, con un importante incremento degli ospiti stranieri (+174%) e degli arrivi italiani (+96%). La maggior parte degli ospiti stranieri provengono dalla Germania, Paesi Bassi, Francia e Stati Uniti. L’agriturismo incide per l’11,4% degli arrivi dell’intero comparto extralberghiero.
Proprio sulla domanda si è concentrata AgrieTour, salone internazionale dell’agriturismo e dell’agricoltura multifunzionale (www.agrietour.it) facendo incontrare i potenziali ospiti stranieri e italiani con l’offerta agrituristica, per conoscere e approfondire le esigenze dei turisti che cercano un’esperienza di vacanza legata al territorio e alla tradizione. Ne è venuta fuori una divisione tra turisti “first time”, quelli che per la prima volta vengono in Italia e che preferiscono visitare le mete classiche, come Venezia e Roma. E poi ci sono i “second timer”, quelli che ritornano, che vogliono vivere una esperienza di vita italiana e per farlo scelgono la vacanza in agriturismo. Nel dettaglio la distinzione avviene da Paese a Paese. “In particolare da Germania, Danimarca e in generale gli europei - spiega Andrea Boldi, presidente di Arezzo Fiere - si muovono in famiglia e cercano strutture con servizi specifici per i bambini come la piscina dedicata proprio ai piccoli, aree giochi o percorsi didattici, in generale servizi per famiglie con bambini”. Poi ci sono richieste specifiche. “I danesi, per esempio, si aspettano di trovare in un appartamento tutte le comodità tipiche di una casa come la presenza della lavastoviglie. E poi c’è la questione animali domestici. L’80% delle famiglie nord europee possiede un animale domestico ed è parte integrante della famiglia stessa. I russi scoprono adesso gli agriturismi, cercano le piccole città per vivere l’esperienza italiana a 360 gradi. Per quanto riguarda, invece il Brasile, i turisti cercano strutture di medio alto livello e vengono in Italia perché una grande percentuale di brasiliani ha origini italiane”.

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