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Il consumo all’anno di pesce degli italiani cresce (25 kg a testa): quantità sopra la media europea (22,5 kg) ma lontana dai grandi consumatori del continente. Basta il pesce italiano per il fabbisogno nazionale? Solo per 1/3 (180.000 tonnellate)

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Il consumo all’anno di pesce degli italiani cresce

Nonostante uno sviluppo costiero di 7.458 km, gli italiani non sono i più grandi consumatori europei di pesce: se ne mangiano 25 kg a testa l’anno, e benché sia in sensibile crescita rispetto ai 16 kg di pochi anni fa, la cifra non raggiunge le quantità dei principali consumatori europei Portogallo (53,8 kg a testa), Lituania (43,6 kg), Spagna (42,4 kg), Finlandia (36,4 kg) e Francia (33,5 kg), che rappresentano un terzo del consumo di pesce dell’Europa dove ogni cittadino ne consuma, in media, 22,5 kg all’anno.
Secondo l’Eurobarometro un italiano su tre (30%) mangia pesce almeno una volta a settimana, mentre un altro terzo (34%) lo porta in tavola non meno di volta al mese, concentrandosi principalmente su sei specie, anche se, per il Wwf, sono molte altre quelle disponibili e altrettanto gradevoli da mangiare. Inoltre due italiani su tre (59%) preferiscono acquistarlo in pescheria, non meno di quanto accada a coloro che prediligono invece la distribuzione all’ingrosso. Uno su tre (30%) fa spesa nei banchi che si trovano all’interno dei mercati e uno su dieci (9%) è nelle condizioni di rivolgersi direttamente al pescatore.
I 25 kg di pesce consumato all’anno da ogni italiano non è comunque coperto dalla quantità di pesce pescato dai 13.000 pescherecci italiani, che riescono a pescarne circa un terzo, corrispondenti a 180.000 tonnellate: i restanti 2/3 del mercato nazionale sono coperti con pesce importato dall’estero, principalmente da Spagna, Danimarca e Olanda e, per il 50%, da Paesi in via di sviluppo.
A livello mondiale, invece, la produzione di pesca da cattura, compresa quella nelle acque interne, secondo la Food and Agricolture Organization of the United Nations (www.fao.org) ammonta a 93,4 milioni di tonnellate (dato 2014), in crescita sui due anni precedenti. La specie più pescata è il merluzzo dell’Alaska, che, per la prima volta dal 1998, ha superato le acciughe cilene. Pesca record anche per tonni, aragoste, gamberi e cefalopodi, come seppie, calamari, polpi, moscardini.
La produzione di pesce da acquacoltura è di 73,8 milioni di tonnellate (dato 2014), un terzo dei quali sono molluschi, crostacei e altre specie marine, anche se in termini monetari le specie principali sono salmoni e trote. I prodotti della pesca rappresentano all’incirca l’1% del commercio mondiale in termini monetari. I Paesi in via di sviluppo hanno esportato per un valore di 80 miliardi di dollari, con ricavi superiori a quelli di carne, tabacco, zucchero e riso messi assieme.
Stando a questi dati, il pesce ha fornito il 6,7% delle proteine consumate a livello mondiale, oltre a rappresentare una fonte importante di acidi grassi, omega 3 a catena lunga, vitamine, calcio, zinco e ferro.

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