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L’Echa - Agenzia europea per le sostanze chimiche “assolve” il glifosate, ma il suo utilizzo è sempre al centro delle polemiche. Quanto costa farne a meno? Secondo “Agri2000” passare al diserbo meccanico costerebbe 263 euro in più per ettaro

Indicato come nemico giurato dell’agricoltura, il glifosate, il più utilizzato degli erbicidi, è da anni nel mirino degli ambientalismi, accusato di essere cancerogeno e pericoloso per la salute umana, tanto che l’Unione Europea ne consente ancora l’utilizzo, prorogando però l’autorizzazione di anno in anno. Nel frattempo, l’Italia in questo senso ha fatto uno scatto in avanti, vietandone tassativamente l’utilizzo sul verde pubblico, e limitandolo in agricoltura, vietandone l’impiego nel periodo che precede il raccolto e la trebbiatura (cioè quando finisce per restare quasi tutto su ciò che mangeremo). Adesso, però, l’Unione Europea è chiamata di nuovo ad esprimersi, dopo che il comitato per la valutazione dei rischi dell’Echa - Agenzia europea per le sostanze chimiche ha classificato il glifosate come non cancerogeno, non mutageno, non tossico per la riproduzione e non genotossico, confermando le valutazioni già espresse da Efsa - Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, Bfr - Federal Institute for risk assessment, Oms - Organizzazione Mondiale della Sanità, Fao - Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura e Pmra - Pest Management Regulatory Agency del Canada.

Ma quanto costa prescindere dall’utilizzo del glifosate? A dare una risposta ci ha provato una ricerca di “Agri2000” (www.agri2000.it), società che si occupa di servizi e ricerche per l’agribusiness, che ha coinvolto 350 agricoltori divisi tra 5 diverse colture (mais, soia, grano duro, vite e pomacee) da 9 Regioni diverse (Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, Friuli, Marche, Abruzzo, Puglia e Sicilia), da cui emerge che per il 64% degli agricoltori il glifosate è importante o addirittura indispensabile (75% nel caso dei maiscoltori). Inoltre, secondo il 51% dei produttori l’eliminazione del glifosate avrebbe un impatto negativo sulle rese: il -20% nei campi di mais, da cui scaturirebbe una diminuzione dei ricavi di 494 euro per ettaro, il -33% per il grano duro (-399 euro per ettaro), il -27% per la soia (-416 euro per ettaro). E ancora, l’86% dei produttori ritiene che vi sarebbe un aumento delle spese per ettaro, non considerando (nell’80% dei casi), alternative chimiche all’altezza, ma solo meccaniche.
Un capitolo specifico è stato dedicato alla valutazione della gestione del diserbo sotto fila dei vigneti, in cui il glifosate è utilizzato nel 100% dei casi intervistati. La quasi totalità del campione (96%) ritiene che l’eliminazione dell’uso di questa sostanza dai disciplinari e la conseguente impossibilità di utilizzarlo, comporterebbe un aumento dei costi mediamente del 177%. Anche in questo caso, in considerazione dei dati raccolti, Agri2000 ha definito i maggiori costi per la gestione delle infestanti sulla fila nei vigneti. Il viticoltore che si trovasse ad operare in assenza di glifosate, avrebbe un aumento di 125 euro ad ettaro utilizzando altri diserbanti chimici, e di 263 euro ad ettaro in caso di passaggio al diserbo completamente meccanico.

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