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Addio ad hamburger di soia e cotolette di tofu: a fine 2018 la start up californiana Hampton Creek vuole lanciare la carne sintetica sul mercato, con due anni di anticipo rispetto alla concorrente Memphis Meats. Unico problema da risolvere: il prezzo

Niente più hamburger di soia, affettato di muscolo di grano o cotoletta di tofu: dal 2018 per gli amanti della carne diventati vegani (o vegetariani) per motivi animalisti (e non) arriva al supermercato la carne sintetica. Lo annuncia la start up californiana Hampton Creek, dichiarando di voler mettere il prodotto sugli scaffali entro la fine dell’anno prossimo, con due anni di anticipo rispetto all’unico competitor finora sul mercato, la Memphis Meats, che aveva promesso l’arrivo sul mercato entro il 2021. A giocare a favore di Hampton Creek ci sono le dimensioni: Memphis Meat ha raccolto 3 milioni di dollari dalla fondazione nel 2015, mentre i rivali, la cui sede è a circa 40 chilometri, più di 120 dal 2011.
La sfida per tutti i concorrenti non è tanto produrre la carne a partire dalle singole cellule, una pratica ormai consolidata come hanno dimostrato i diversi “assaggi” organizzati dai ricercatori, ma farlo ad un prezzo concorrenziale. Nel 2013, quando il ricercatore olandese Mark Post ha presentato per la prima volta al pubblico un hamburger sintetico, mezzo chilo di carne prodotta in laboratorio costava 1,3 milioni di dollari. Quest’anno Memphis Meat ha invece offerto al pubblico pollo e anatra sintetici ad un costo di 6.000 dollari. Il problema da risolvere per abbassare ulteriormente la cifra è superare l’uso di siero bovino fetale, cioè il sangue estratto dai feti di mucche, per far crescere la carne, ma gli scienziati di Hampton Creek starebbero lavorando ad alternative meno costose di origine vegetale.
“Entro il 2018 avremo qualcosa sul mercato - ha affermato Josh Tetrick, Ceo della compagnia, specializzata nella maionese vegana e in altri prodotti senza derivati animali - sarà molto d’aiuto il fatto di essere già nei negozi con i nostri prodotti, invece di dover iniziare le relazioni da zero. Le compagnie tradizionali della carne potrebbero diventare investitori significativi. Siamo in contatto con molte di loro in tutto il mondo, mi aspetto che una o due partnership si concretizzino presto”.

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