02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Da latte a carne, su 41.000 controlli, solamente 49 sono risultati positivi a residui di medicinali veterinari (lo 0,12% dei casi): risultati in accordo con gli andamenti degli anni precedenti dal Piano Nazionale Residui del Ministero della Salute

Solo nello 0,12% di ben 41.000 controlli a campione effettuati su prodotti di origine animale sono state trovate tracce anomale di anabolizzanti e farmaci animali. È quanto emerge dai risultati del Piano Nazionale Residui pubblicati sul sito del Ministero della Salute, predisposto annualmente sulla base delle norme europee e attuato a livello locale grazie alla collaborazione delle autorità competenti regionali e locali, dei laboratori nazionali di riferimento e degli istituti zooprofilattici sperimentali.

Oggetto di indagine sono i prodotti di origine animale, dalle carni bovine e suine al latte e alle uova, in cui vengono ricercate: sostanze farmacologicamente attive autorizzate nei medicinali veterinari, sostanze vietate (come quelle ad effetto anabolizzante) e contaminanti ambientali. In tutto nel 2016 sono stati analizzati 41.082 campioni, di cui: 15.181 per la ricerca di residui di sostanze ad effetto anabolizzante e sostanze non autorizzate, come steroidi e beta-antagonisti (pari al 37% del totale delle analisi) e 25.901 per la ricerca di residui di medicinali veterinari e agenti contaminanti (pari al 63%), come tranquillanti, antinfiammatori, antibatterici non steroidei ma anche micotossine. Nel 2016 è risultato conforme ai parametri di legge il 99.8 % dei campioni analizzati, in accordo con i dati riscontrati negli anni precedenti e quelli evidenziati in ambito europeo. I campioni che hanno fornito risultati non conformi per la presenza di residui sono stati complessivamente 49, pari allo 0,12% del totale dei campioni analizzati. Nella quasi totalità dei casi si trattava di residui di medicinali veterinari.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli