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La lotta allo spreco alimentare passa dall’innovazione. E il Ministero delle Politiche Agricole ora mette a disposizione 500.000 euro per finanziare progetti a tema, mirati proprio alla limitazione degli sprechi e all’impiego delle eccedenze alimentare

La lotta allo spreco alimentare si fa anche, o soprattutto, con l’innovazione. E il Ministero delle Politiche Agricole ora mette a disposizione 500.000 euro per finanziare progetti a tema, mirati proprio alla limitazione degli sprechi e all’impiego delle eccedenze alimentari. I progetti potranno essere presentati entro il 21 luglio 2017, e per ciascuno di quelli selezionati è previsto un finanziamento massimo di 50.000 euro.

“La legge contro gli sprechi alimentari approvata lo scorso anno - ha commentato il Ministro Maurizio Martina - ha reso più semplici le donazioni permettendoci di recuperare sempre più cibo a favore degli indigenti. L’Italia ha lavorato tanto in questa direzione introducendo novità importanti come ad esempio il tavolo antisprechi che riunisce operativamente istituzioni, imprese e enti caritativi. Ma c’è ancora molto da fare e questo bando pubblico è uno strumento fondamentale per trovare soluzioni innovative e sostenere la diffusione di buone pratiche. Ci aspettiamo un contributo importante di idee soprattutto dai giovani”.


I progetti dovranno riguardare la prevenzione o la diminuzione delle eccedenze attraverso il miglioramento del processo produttivo, di raccolta dei prodotti agricoli, o di distribuzione; ricerca e sviluppo tecnologico sull’aumento della durata dei prodotti agroalimentari attraverso l’uso di prassi, prodotti, macchinari, tecnologie o l’uso di imballaggi innovativi per aumentare la shelf life degli alimenti; software per l’uso intelligente del magazzino industriale, per la limitazione degli sprechi e il recupero delle eccedenze nella ristorazione o a livello domestico; il recupero e il riutilizzo di prodotti agroalimentari di seconda scelta che attualmente non hanno mercato o hanno mercati residuali; il recupero e il riutilizzo di sottoprodotti o di residui derivanti dalla raccolta, dalla lavorazione principale o dalla preparazione degli alimenti; il recupero degli alimenti invenduti e destinati a mercati rivolti alle fasce meno abbienti; il recupero degli alimenti da destinare agli indigenti anche attraverso l’utilizzo del servizio civile nazionale.

A poter presentare i progetti sono enti pubblici, università, organismi di diritto pubblico e soggetti a prevalente partecipazione pubblica, ma anche associazioni, fondazioni, consorzi, società, anche in forma cooperativa e imprese individuali, e soggetti iscritti all’Albo nazionale ed agli Albi delle Regioni e delle Province autonome dell’Ufficio Nazionale per il Servizio Civile.

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