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La scuola di cucina Alma crea la “Magna Charta” dello chef moderno, per assicurare che la didattica formi i cuochi di domani nella consapevolezza della loro importanza nella società globale moderna

Il ruolo sociale degli chef, complice un’esposizione mediatica della categoria fattasi rampante e pervasiva negli ultimi anni, è sempre più presente nelle menti e nella percezione del grande pubblico: tra arte, professione, salvaguardia delle tradizioni, la sua figura si è fatta sempre più esempio di come una filosofia culinaria possa fare la differenza su più piani. Ed è per questo che, tramite l’evento “Next Generation Chef” in “Gola Gola Festival” di Parma, la scuola di cucina Alma (www.alma.scuolacucina.it) ha creato una vera e propria “Magna Charta” della didattica culinaria moderna, con l’ambizione di creare un nuovo paradigma per la formazione dei cuochi di domani.
Articolata in dieci punti, la “Charta” è scaturita da una sessione di brainstorming tra i rappresentanti di decine di istituzioni globali dedicati alla formazione in cucina, senza contare l’apporto critico di oltre cento personalità del mondo del food tra chef (come Claudio Sadler, Terry Giacomello e Luciano Zazzeri), pasticceri, docenti universitari, giornalisti ed uomini di cultura, come il presidente dell’Accademia della Cucina Italiana Giovanni Ballarini, inserita in una sorta di “Stati Generali Globali” della cucina, con dieci tavoli di discussione suddivisi in tre macro-aree tematiche, ovvero sostenibilità, sovranità alimentare e benessere.
Il documento trae origine dalla “Carta di Milano”, il lascito ideale dell’Expo 2015 di Milano, e sottolinea non solo il ruolo di custode della tradizione del cuoco, oltre alla sua ragion d’essere primaria del soddisfare il bisogno di cibo, ma anche il suo essere una figura d’esempio per il pubblico, oltre che un operatore economico che può, con le sue scelte, condizionare il benessere del proprio territorio.
Il documento, ha affermato il presidente Alma Enzo Malanca, “ è frutto di un cammino avviato nel 2015 con la sottoscrizione da parte nostra della Carta di Milano. Sempre da intendersi come realtà in progress e perfettibile - perché la cultura è, per definizione, espressione di un tempo storico - si configura per noi come nuovo paradigma didattico, per la formazione delle future generazioni di cuochi”.

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