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Torna sulle tavole italiane la pasta da grani antichi: in 20 anni il consumo cresce di 250 volte. Record per produzione “Senatore Cappelli”, che nel 2017 ha raggiunto 2,5 milioni di chili, in controtendenza alle semine di grano duro in Italia (-8%)

Non Solo Vino
Il Senatore Cappelli, il grano antico più coltivato in Italia

Con una produzione record, cresciuta di 250 volte in 20 anni, tornano in tavola pasta, pane e anche pizze prodotte con gli antichi grani della tradizione italiana. Con 1.000 ettari certificati coltivati nel 2016 il “Senatore Cappelli” è stato il grano duro antico più seminato in Italia, con la produzione che ha raggiunto i 2,5 milioni di chili nel 2017, praticamente raddoppiata sul 2015, in controtendenza rispetto alle semine di grano duro, diminuito in Italia dell’8%. Emerge dall’analisi della Coldiretti su dati del Crea - Centro per la Ricerca della Cerealicoltura di Foggia, presentata insieme alla Sis - Società Italiana Sementi, che ha vinto il bando dello stesso Crea, ottenendo per 15 anni l’esclusiva della riproduzione e certificazione del grano duro “Senatore” Cappelli dalla semina fino alla tavola.
È stato proprio l’impegno della Società Italiana Sementi, la più grande società sementiera italiana nell’attività di riproduzione e certificazione che, nell’ultimo anno, ha fatto scattare in alto la coltivazione e produzione del “Senatore Cappelli”, selezionato nel 1915 dall’agronomo Nazareno Strambelli, che lo ha così chiamato in onore del senatore del Regno, Raffaele Cappelli, che aveva messo a disposizione dello Strampelli i terreni della propria masseria sul Tavoliere delle Puglie. Dopo essere arrivato a coprire più della metà della coltivazione di grano in Italia, dove ha rivoluzionato la produzione di pane e pasta, negli anni Sessanta ha iniziato a scomparire tanto che venti anni fa, nel 1996, la produzione era scesa a meno di 10.000 chili.
“Nell’ambito delle celebrazioni dei 70 anni della Sis, abbiamo voluto il ritorno del “Senatore” Cappelli - ha detto il presidente di Sis e vicepresidente nazionale di Coldiretti, Mauro Tonello - perché riteniamo importante la salvaguardia dei semi antichi non certo per una questione di archeologia genetica, ma perché la qualità di questo grano trova ancora oggi il consenso dei consumatori che invece rifiutano produzioni che derivano da semi di organismi geneticamente modificati che rischiano di fare perdere la grande ricchezza della biodiversità con gravi perdite del patrimonio alimentare, culturale ed ambientale del made in Italy”.
A riportare oggi sul mercato la storica varietà di grano duro sono state le grandi qualità nutrizionali, grazie anche al contenuto di glutine più basso rispetto ad altri grani duri, pur mantenendo una quota proteica alta rispetto ai grani concorrenti. Anche i contenuti di zuccheri risultano più bassi rispetto ad altre varietà, mentre risulta invece importante la presenza di oligoelementi quali magnesio, potassio, calcio e zinco, di vitamine del gruppo B e vitamina E. L’ottima qualità della granella consente di ricavare farine e semole ideali per prodotti tipici a base di cereali, dalla pasta al pane, dai dolci a tutti i prodotti della panificazione.
Oltre alle grandi qualità organolettiche, il “Senatore” Cappelli si contraddistingue anche per le sue qualità agronomiche: infatti, in un periodo di cambiamenti climatici e di mutate esigenze ambientali tornano utili le caratteristiche di questo grano, che ben si adatta a terreni siccitosi per la sua bassa necessità di acqua (qualità che aiuta a salvaguardare le risorse idriche sempre più scarse) e che resiste bene alle malattie facendone un grano ideale per la coltivazione biologica. Luce, sole e poca acqua sono in somma gli ingredienti ideali del “Senatore Cappelli”, che oggi torna ad essere apprezzato per la buona adattabilità anche in condizioni agronomiche meno favorevoli che lo rendono adatto ad un sistema di coltivazione a basso o nullo impiego di mezzi tecnici, dai concimi, ai fitofarmaci e ai diserbanti, con grande vantaggio per l’ambiente.

“La Società Italiana Sementi - ha detto il direttore generale di Sis, Mario Conti - da settanta anni seleziona semi che hanno fatto la storia del made in Itay dalle varietà di grano “Bologna” alla varietà di riso “Volano”, fino a sementi di erba medica come la “Garisenda” perché ritiene fondamentale salvaguardare un patrimonio genetico il più ampio possibile per affrontare le sfide future. Per questo ci siamo assunti l’onere e l’onore di certificare la produzione di grano duro “Senatore” Cappelli che con le sue caratteristiche genetiche si sta rivelando adatto alle nuove esigenze di coltivazione con elevati standard organolettici che rispondono alla domanda di buona e sana alimentazione”.

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