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“Sono almeno 5.000 i locali della ristorazione del nostro Paese nelle mani della criminalità”: così Coldiretti, dopo il sequestro disposto dalla Dda di Roma per il celebre ristorante capitolino “Assunta Madre”. 6 arresti

Sono almeno 5.000 i locali della ristorazione del nostro Paese nelle mani della criminalità organizzata che approfitta della crisi economica per penetrare in modo sempre più massiccio e capillare nell’economia legale. Lo ricorda la Coldiretti, commentando il sequestro del celebre ristorante “Assunta Madre”, una delle tavole più celebri e frequentate di Roma, da parte della Squadra Mobile di Roma e dei finanzieri del Nucleo Speciale Polizia Valutaria di Roma, su richiesta della Dda della capitale.

6 le persone arrestate nell’inchiesta su un presunto riciclaggio, riporta l’Ansa: Gianni Micalusi, 53 anni titolare del noto ristorante, e il direttore di banca Adriano Nicolini 37 anni, mentre ai domiciliari sono finiti i figli di Micalusi, Francesco e Lorenzo 27 e 25 anni; l’imprenditore Vito Francesco Genovese di 69 anni, e Luciano Bozzi 50 anni, commercialista. Reati, ovviamente, tutti da accertare.

“Acquisendo e gestendo direttamente o indirettamente gli esercizi ristorativi - sottolinea però la Coldiretti - le organizzazioni criminali hanno la possibilità di rispondere facilmente ad una delle necessità più pressanti: riciclare il denaro frutto delle attività illecite come è emerso dal Rapporto Agromafie elaborato da Coldiretti, Eurispes, e Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare. Il volume d’affari complessivo dell’agromafia è salito a 21,8 miliardi di euro (+30% in un anno) perché la filiera del cibo, della sua produzione, trasporto, distribuzione e vendita, ha tutte le caratteristiche necessarie per attirare l’interesse di organizzazioni criminali. L’agroalimentare è divenuto una delle aree prioritarie di investimento della malavita che ne comprende la strategicità in tempo di crisi perché consente di infiltrarsi in modo capillare nella società civile e condizionare la via quotidiana della persone. Le attività ristorative - osserva la Coldiretti - sono dunque molto spesso tra gli schermi “legali” dietro i quali si cela un’espansione mafiosa sempre più aggressiva e sempre più integrata nell’economia regolare. Grazie ad una collaudata politica della mimetizzazione, le organizzazioni riescono a tutelare i patrimoni finanziari accumulati con le attività illecite muovendosi ormai come articolate holding finanziarie, all’interno delle quali gli esercizi ristorativi rappresentano efficienti coperture, con una facciata di legalità dietro la quale è difficile risalire ai veri proprietari ed all’origine dei capitali. Le operazioni delle Forze dell’ordine - conclude la Coldiretti - svelano gli interessi delle organizzazioni criminali nel settore agroalimentare ed in modo specifico nella ristorazione nelle sue diverse forme, dai franchising ai locali esclusivi, da bar e trattorie ai ristoranti di lusso e aperibar alla moda”.

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