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#stopfakeatavola: secondo Coldiretti/Ixè, il 66% degli italiani non si fida di ciò che mangia, ma internet non sempre è un buon alleato con cui difendersi. Nel 2017 aumentano esponenzialmente i sequestri alimentari: servono riforme e più educazione

Tre italiani su quattro, il 66%, sono preoccupati dell’impatto di quello che mangiano sulla salute anche per effetto delle fake news sulle caratteristiche dei cibi che si moltiplicano in rete e spingono a comportamenti insensati e anche pericolosi. Inoltre quasi 1 italiano su 3, il 31%, ritiene che i casi di frode e contraffazione alimentare dovrebbero essere puniti con l’arresto, con la maggioranza degli italiani (54%) che pensa si tratti di fatti gravissimi per il Paese. È quanto emerge dall’indagine Coldiretti/Ixè (www.istitutoixe.it) presentata in occasione della campagna #stopfakeatavola promossa dalla Coldiretti e dall’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare (www.osservatorioagromafie.it), nell’ambito del corso di formazione organizzato in collaborazione con la Scuola Superiore della Magistratura.
Dall’ananas dimagrante allo zucchero di canna che non fa ingrassare, dalla favola che le banane sono le più ricche di potassio al kamut spacciato per un varietà di cereali antica con proprietà esclusive ma anche che mangiare carne o latte fa sempre male o che chi è intollerante al lattosio non deve mangiare formaggi, sono alcune delle bufale alimentari virali in rete. “Ad essere colpiti nei siti web e sui social sono praticamente tutti i prodotti che finiscono nel carrello - ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo - con accuse a sproposito o al contrario con l’attribuzione di proprietà salutistiche e nutrizionali non verificate. È falso per esempio dire che tutti i prodotti alimentari realizzati nell’Unione Europea rispettano le stesse regole o che i prodotti venduti dal contadino sono meno controllati”.
Il web insomma si configura sempre più come porto franco delle bufale alimentari con un preoccupante effetto valanga in una situazione in cui, secondo l’indagine Coldiretti/Ixè, il 53% degli italiani lo ha utilizzato almeno qualche volta durante l’anno per raccogliere informazioni sulla qualità dei prodotti alimentari: ben il 25% degli italiani partecipa a community/blog/chat in internet centrate sul cibo, proprie o di altri, che influenzano le scelte di acquisto in modo non sempre corretto e veritiero. “La scorretta informazione nell’alimentare ha un peso più rilevante che negli altri settori perché va ad influenzare direttamente la salute. Per questo dobbiamo prestare particolare attenzione ed essere grati a quanti sono impegnati nello smascherare gli inganni”, ha dichiarato Moncalvo.
“Internet però non va criminalizzato - ha però riconosciuto Moncalvo - perché può svolgere un ruolo di controllo importante in un sistema in cui l’informazione alimentare, purtroppo, rischia di essere influenzata soprattutto dalle grandi multinazionali grazie alla disponibilità di risorse pubblicitarie investite. Per noi le fake news sono anche le pubblicità delle aranciate che contengono appena il 12% di succo o quelle dell’olio di oliva di grandi marchi che fanno immaginare paesaggi toscani mentre contiene quello importato dalla Tunisia o ancora il prosciutto nostrano che è fatto con maiali tedeschi senza alcuna informazione in etichetta per i consumatori”.

Allo stesso tempo, in numeri dei sequestri in ambito alimentare parlano chiaro: nel primo quadrimestre del 2017 sono stati sequestrati dall’Ispettorato centrale della Tutela della qualità e Repressione frodi dei prodotti agroalimentari del Ministero delle Politiche Agricole prodotti alimentari per un valore di oltre 59,3 milioni di euro, mentre nell’analogo periodo dello scorso anno il valore era stato di 3,29 milioni. Scorrendo l’elenco delle violazioni accertate, si scoprono “fake” ai limiti del grottesco dal falso extravergine spacciato come 100% italiano ma ottenuto con miscele di oli lampanti e deodorati dalla Spagna al Parmigiano Reggiano garantito come “vegano”. Sul podio degli interventi finora fatti dall’Ispettorato centrale repressione frodi fuori dai confini nazionali e sul web a tutela dei prodotti italiani spiccano le frodi sul prosecco, che è il vino italiano più esportato, il parmigiano reggiano, che è il formaggio Made in Italy più conosciuto al mondo, e i wine kit, ossia polveri miracolose che promettono in pochi giorni di ottenere le etichette più prestigiose come Chianti, Valpolicella, Frascati, Primitivo, Gewurztraminer, Barolo, Verdicchio, Lambrusco o Montepulciano.
“Gli ottimi risultati dell'attività di contrasto confermano la necessità di tenere alta la guardia e di stringere le maglie ancora larghe della legislazione con la riforma dei reati in materia agroalimentare” ha spiegato Moncalvo “L’innovazione tecnologica e i nuovi sistemi di produzione e distribuzione globali rendono ancora più pericolose le frodi agroalimentari, che per questo vanno perseguite con un sistema punitivo più adeguato come opportunamente previsto dalla proposta di riforma delle norme a tutela dei prodotti alimentari, presentata di recente in parlamento. È importante la volontà di procedere ad un rapido aggiornamento delle norme attuali, risalenti anche agli inizi del 1900, attraverso un’articolata operazione di riordino degli strumenti esistenti e di adeguamento degli stessi ad un contesto caratterizzato da forme diffuse di criminalità organizzata, che alterano la leale concorrenza tra le imprese ed espongono a continui pericoli la salute delle persone”.
Di fronte a questi dati, l’unica vera arma di difesa sul lungo periodo è la diffusione di consapevolezza. “Per questo siamo impegnati nell’educazione nelle scuole e nell’informazione nei mercati degli agricoltori con il progetto Campagna Amica - ha concluso Moncalvo - che consente di ricostruire un rapporto diretto tra chi produce e chi consuma nel segno della trasparenza. Un arricchimento culturale che, con la conoscenza diretta, contribuisce a combattere le fake news, ma anche ad adottare comportamenti di acquisto più informati e consapevoli che aiutano a scegliere i prodotti sugli scaffali anche nelle forme più tradizionali della distribuzione. Campagna Amica, con una presenza estesa dalle fattorie ai mercati, dai ristoranti al cibo di strada, dagli agriturismi agli orti urbani, è diventata la più vasta rete di vendita diretta degli agricoltori organizzata con proprio marchio del mondo alla quale vanno riferimento oggi quasi ventimila agricoltori”.

Focus: La top ten delle fake news a tavola secondo Coldiretti
Il latte fa male
La vulgata tra gli internauti vuole che il latte sia dannoso perché è un alimento destinato all’accrescimento di cui solo l’uomo, tra gli animali, si ciba per tutta la vita. In realtà il latte di mucca, capra o pecora rientra da migliaia di anni nella dieta umana, al punto che il genoma si è modificato per consentire anche in età adulta la produzione dell’enzima deputato a scindere il lattosio, lo zucchero del latte. Il filone di pensiero che ritiene opportuno bandire i latticini dall’alimentazione poggia sul China Study, un’indagine epidemiologica svolta a partire dal 1983 in Cina, i cui risultati sono stati ritenuti inattendibili dalla comunità scientifica e dall’Associazione italiana per la ricerca sul cancro.

L’ananas brucia i grassi

Una bufala molto comune riguarda le presunte proprietà brucia grassi dell’ananas. Un effetto dovuto alla bromelina (contenuta però nel gambo dell’ananas, che nessuno mangia, che comunque favorirebbe la digestione delle proteine e non la neutralizzazione delle calorie e dei grassi) e di alcune ricerche di tanti anni fa (che, nei ratti, avevano evidenziato una leggera azione ipolimezzante di un estratto alcolico dell’ananas) poi smentite dai successivi sviluppi della ricerca scientifica
Il kamut e un varieta’ antica di cereali con proprieta’ esclusive

Il “grano dei faraoni”, il Kamut, non è altro che un marchio commerciale privato, registrato negli USA, con cui viene venduto il grano della varietà Khorasan (Triticum turgidum spp. turanicum). La varietà Khorasan è coltivata anche in Italia e ha caratteristiche particolari che possono essere ritrovate anche nel farro o nella varietà di grano duro italiane come Senatore Cappelli, ma il marchio Kamut è registrato negli Stati Uniti e viene rilasciato solo per il prodotto coltivato negli Stati Uniti e in Canada.
Mangiare carne fa sempre male e se ne può fare a meno
Non esiste nessuno studio che provi che mangiare carne anche a piccole quantità sia dannoso per la salute. Al contrario, i vantaggi di una dieta completa che la includa sono scientificamente indiscussi. Se ne può fare a meno solo integrando la sua mancanza con altri prodotti animali, come uova in primis, latte e derivati, e in alcuni casi assumendo integratori di vitamine e minerali. La carne è come una barretta energetica ricca di nutrienti ad alto assorbimento, che fornisce nell’immediato tanti elementi necessari alla crescita, allo sviluppo, al mantenimento, alla difesa e alla riparazione del nostro corpo, che nessun altro alimento da solo è in grado di dare.
Le banane sono le piu’ ricche di potassio
Le banane non sono sul podio dei prodotti ortofrutticoli freschi più ricchi in potassio e sono anche “appesantite” da un contenuto calorico più elevato rispetto ai prodotti ortofrutticoli nazionali che lo precedono, sulla base delle Tabelle di composizione degli alimenti del Crea-Nutrizione. Al vertice della graduatoria dei prodotti ortofrutticoli freschi ci sono gli spinaci crudi, seguiti dalla rucola e dai cavolini crudi. Le banane, considerate la fonte di potassio per eccellenza, nel confronto con i prodotti ortofrutticoli freschi nazionali, non si piazzano che al nono posto, rimanendo giù dal podio. E tra la frutta fresca spicca la leadership del kiwi.
Grassi vanno completamente eliminati dalla dieta
I grassi sono nutrienti indispensabili per il nostro corpo ed eliminarli dalla dieta può mettere a rischio la salute. L’importante è non abusarne (possono rappresentare il 25-30% delle calorie giornaliere) e selezionare quelli più buoni e di qualità, come l’olio extravergine d’oliva.
Chi è intollerante al lattosio non deve mangiare formaggi
La stagionatura prolungata di molti formaggi porta ad una scomparsa del lattosio, o ad un radicale calo. Inoltre, anche gli intolleranti al lattosio in base ai dati dell?autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (http://www.efsa.europa.eu/it), sono generalmente in grado di tollerare senza problemi e disagi dosi fino a circa 125 ml di latte al giorno.
Lo zucchero di canna non fa ingrassare
Sono in molti a credere che lo zucchero di canna sia più salutare di quello bianco e contenga meno calorie, tanto da essere più indicato per chi è a dieta. In realtà lo zucchero di canna ha le stesse caratteristiche nutrizionali e caloriche di quello bianco raffinato.
Tutti i prodotti alimentari realizzati nell’unione europea rispettano le stesse regole
In Italia ci sono le regole produttive più rigorose nelle caratteristiche dei prodotti alimentari, dal divieto di produrre pasta con grano tenero a quello di utilizzare la polvere di latte nei formaggi fino al divieto di aggiungere zucchero nel vino che non valgono in altri Paesi dell’Unione Europea.
I prodotti venduti dal contadino sono meno controllati
Tutti i prodotti alimentari in vendita in Italia devono rispettare gli stessi standard sanitari e devono sottoporsi agli stessi controlli. Anzi i produttori agricoli aderenti alla rete di Campagna Amica si sottopongono a tre ulteriori livelli di controllo verificati da un ente terzo. Inoltre l’acquisto diretto dal produttore garantisce maggiore freschezza e l’origine del prodotto del 100% in Italia dove opera il sistema di controlli più capillare.

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