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Ok della Francia alle etichette semaforo, intesa tra Governo e grandi aziende. Le reazioni dall’Italia, sempre contraria al sistema. “scelta incomprensibile” dice il Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina, Coldiretti: “export a rischio”

Il made in Italy è sempre più in pericolo, ancora a causa delle etichette semaforo, contro cui il Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina si è fin da subito fermamente opposto. Dopo la Gran Bretagna, è la volta della Francia di adottare il sistema, che consiste nella classificazione degli alimenti con etichette gialle, verdi o rosse che dovrebbero indicare quanto quel cibo sia sano.

Il governo francese ha notificato oggi alla Commissione europea il decreto che fissa le specifiche del “Nutri - score”, l’etichetta a semaforo.
Lo rende noto il Ministero della Salute di Parigi, precisando che il periodo di sospensione (periodo obbligatorio durante il quale la Commissione e gli altri Stati membri esaminano il testo notificato) termina il 25 luglio 2017. Il decreto sarà poi pubblicato nella Gazzetta ufficiale. Senza aspettare la pubblicazione del provvedimento, diverse aziende (Intermarché, Leclerc, Auchan e Fleury Michon) hanno firmato un’intesa con il Governo francese per etichettare da subito con questo sistema i prodotti con i loro marchi.

E proprio il Ministro Martina, a Bruxelles insieme a Matteo Renzi per la chiusura della campagna per le primarie del Pd, definisce “lo strappo in avanti” della Francia sull’etichettatura nutrizionale a semaforo “incomprensibile”. “Protesterò formalmente con la Commissione e con il mio collega francese - prosegue Martina - perché questo sistema di etichettatura dà informazioni distorte e approssimative sugli alimenti”. Il Ministro si dice preoccupato “per il danno che verrà procurato a tanti nostri prodotti agroalimentari di qualità”, ricordando che a essere colpite saranno anche “molte produzioni a denominazione di origine francesi”.

Secondo Coldiretti, l’introduzione del sistema delle etichette semaforo in Francia, mette a rischio 4,2 miliardi di euro di esportazioni made in Italy nel paese transalpino, secondo partner commerciale del nostro Paese.

Come già ripetuto dalla Coldiretti, i parametri con cui i cibi sono classificati andrebbero a compromettere prodotti tipici italiani, come ad esempio il Grana Padano e il Prosciutto di Parma, favorendo invece il consumo di prodotti “falsamente” sani, come bevande gassate industriali senza zucchero, e prodotti di cui non si conosce nemmeno la ricetta esatta.

“In questo modo si mette in pericolo l’85% del Made in Italy a denominazione di origine (Dop) che la stessa Unione Europea dovrebbe invece tutelare e valorizzare. Ad essere bocciati dal semaforo rosso ci sono, infatti, tra gli altri - spiega la Coldiretti - le prime tre specialità italiane Dop più vendute in Italia e all’estero come il Grana Padano, il Parmigiano Reggiano ed il prosciutto di Parma, ma si arriva addirittura a colpire anche l’extravergine di oliva, considerato il simbolo della dieta mediterranea”. “Con l’inganno delle etichette a semaforo - continua la Coldiretti - si rischia di sostenere, con la semplificazione, modelli alimentari sbagliati che mettono in pericolo, non solo la salute dei cittadini italiani ed europei ma anche un sistema produttivo di qualità che si è affermato pure grazie ai riconoscimenti dell’Unione Europea”. “Rischia però di essere messo all’indice solo nelle produzioni a denominazione di origine (Dop) - precisa la Coldiretti - un sistema di eccellenza del Made in Italy che genera un volume di affari al consumo di 11,5 miliardi di euro, con 70 mila operatori, ma il conto è in realtà ben più salato e riguarda interi settori chiave che vanno dai salumi ai formaggi fino all’olio di oliva”. “L’etichetta semaforo indica - conclude la Coldiretti - con i bollini rosso, giallo o verde il contenuto di nutrienti critici per la salute come grassi, sali e zuccheri, ma non basandosi sulle quantità effettivamente consumate, bensì solo sulla generica presenza di un certo tipo di sostanze, porta a conclusioni fuorvianti arrivando a promuovere cibi spazzatura come le bevande gassate senza zucchero e a bocciare elisir di lunga vita come l’olio extravergine di oliva”.

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