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Nella Giornata Nazionale dell’Agriturismo il pensiero va alle 4 Regioni colpite dal terremoto: qui gli agriturismi hanno dovuto fare i conti con un calo del 90% delle presenze ed una perdita di 33 milioni di euro che colpisce anche i prodotti tipici

Nei 444 agriturismi presenti nei comuni del cratere colpiti dai terremoti del 24 agosto e del 26 e 30 ottobre, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Istat, le uniche presenze residuali si riferiscono a quanti sono impegnati nell’opera di ricostruzione. Il settore agrituristico ha già perso 33 milioni di euro in sei mesi, a causa non solo del terremoto ma anche dell’effetto paura, visto che la maggior parte dei 3.852 agriturismi tra Marche, Umbria, Abruzzo e Lazio si trova in aree lontane dal cratere in cui sono rispettate tutte le norme di sicurezza. I numeri diffusi, nella Giornata Nazionale dell’Agriturismo, celebrata ieri in tutta Italia, vanno ad accumularsi alla serie di dati preoccupanti sui danni causati dal sisma del Centro Italia. Oltre a quelli “fisici” alle strutture, tra tettoie pericolanti, laboratori di trasformazione inagibili e stanze per gli ospiti danneggiate, si aggiungono i dati economici dovuti al netto calo di presenze turistiche, non solo negli agriturismi situati nel cratere del sisma (dove le presenze sono crollate del 90%), ma in tutti quelli delle 4 Regioni colpite.
Ovviamente con le presenze sono crollate anche le vendite di prodotti tipici: sia per il blocco dell’attività di trasformazione sia per la stessa mancanza di clienti, a cui si aggiunge l’assenza dei residenti, trasferiti negli hotel sulla costa. È necessario un intervento del Governo per salvare la tipicità dei prodotti delle Regioni colpite, diffusi e rilanciati principalmente proprio dagli agriturismi. L’agriturismo è, per la Cia - Confederazione Italiana Agricoltori, il “custode” della ruralità: tutela, mantiene e valorizza il territorio; riduce l’impatto ambientale e assicura la biodiversità in campo e sulla tavola.

La sfida più importante, per la Coldiretti, è, invece, quella di far ripartire le attività produttive a livello generale, iniziando dal garantire in tempi stretti l’arrivo di stalle mobili e moduli abitativi a tutte le aziende e gli allevamenti danneggiati, superando i pesanti ritardi accumulati. Solo così sarà possibile risollevare l’economia dei territori terremotati cui l’agricoltura, tra manodopera familiare ed esterna, contribuisce in modo importante.
“È il nostro turismo dei valori - aggiunge il presidente di Turismo Verde Cia, Giulio Sparascio - nel quale cerchiamo di mettere in armonia la conservazione dell’ambiente, delle tradizioni e della cultura contadina con la crescita economica e l’identità locale, fattori che costituiscono il principio attivo dello sviluppo agrituristico nel tempo”.

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