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Riso, Confagricoltura Piemonte chiede stato di crisi ed etichettatura obbligatoria al Ministero delle Politiche Agricole: l’import selvaggio dai Pma (Paesi Meno Avanzati) mette a repentaglio il sistema produttivo Italia, maggior produttore europeo

L’Italia è il maggiore produttore europeo di riso, con una superficie dedicata di 234.134 ettari, 7.000 in più sul 2015 (fonte: Ente Risi, 2016), concentrati soprattutto tra le Province di Vercelli, Biella, Novara e Pavia. L’importazione selvaggia dai Pma (Paesi Meno Avanzati) è un problema che da anni mette a repentaglio il sistema produttivo ed economico italiano. Tuttavia, a fronte di una situazione preoccupante, “l’Europa non è stata finora capace di mettere un limite a questo fenomeno”. Al tavolo del riso convocato dalla Regione Piemonte, Confagricoltura Piemonte ha chiesto l’attivazione dello stato di crisi del comparto al Ministero delle Politiche Agricole: “abbiamo toccato il fondo - afferma Giovanni Perinotti, presidente di Confagricoltura Vercelli e Biella - e la politica non è stata capace di difendere la produzione nazionale”.

Si è passati da 10.280 tonnellate di riso entrato in Europa dai Pma nella campagna 2008/2009 a 511.648 tonnellate nel 2016-2017 (fonte: Commissione europea, gennaio 2017). Nel 2009 è entrato in vigore l’accordo Eba (Everything But Arms) tra la Ue e 49 Paesi Meno Avanzati che ha soppresso i dazi aprendo la strada a importazioni indiscriminate di riso nel vecchio continente, in particolare da Cambogia e Myanmar (ex Birmania). Da quest’anno pure l’Ecuador ha la possibilità di inserirsi a dazio zero con un quantitativo di 5.000 tonnellate.

“Con la richiesta dello stato di crisi al Ministero delle Politiche Agricole - spiega Paola Battioli, presidente di Confagricoltura Novara e Vco - sollecitiamo una procedura d’urgenza per questo annoso problema, finora trascurato. Le nostre richieste sono di porre fine all’import massiccio a dazio zero e di introdurre l’etichettatura obbligatoria, in modo da rendere chiara l’origine del prodotto”. Attualmente, infatti, l’indicazione “made in Italy” può essere apposta anche sul riso confezionato in Italia ma coltivato altrove.

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