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Coca-Cola, Mars, Mondelez, Nestlé, PepsiCo e Unilever dicono “ok” alle etichette a “semaforo” in Ue come in Uk e Irlanda. Il Ministro delle Politiche Agricole, Martina: “diciamo no, scriviamo a Commissione”. Coldiretti: “made in Italy a rischio”

La famigerata etichetta “a semaforo” torna a far discutere, e questa volta con delle voci davvero potenti, visto che, riporta l’Ansa, le grandi multinazionali del food & beverage mondiale come i Coca-Cola Company, Mars, Mondelez International, Nestlé, PepsiCo e Unilever, avrebbero ufficialmente appoggiato un sistema di etichettatura così concepito e “armonizzato a livello Ue”.
In una nota congiunta, le società, veri e propri colossi del mercato del cibo e delle bevande, hanno annunciato di aver “lanciato una task force per integrare informazioni sulle porzioni allo schema di codici colore applicato in Gran Bretagna e in Irlanda”. I progressi del lavoro, si afferma nella
nota, “saranno condivisi con le parti interessate, come gli altri operatori del settore alimentare, i dettaglianti, le ong e la Commissione europea per raccogliere feedback e identificare una soluzione credibile e praticabile”.

Insomma, un “endorsement” che potrebbe risultare decisivo per l’adozione, a livello Ue, di una misura che fa discutere nel metodo e nel merito.
L’industria alimentare Ue “valuterà i dettagli della proposta” delle sei multinazionali
che oggi hanno annunciato di voler lavorare a un’’etichetta nutrizionale Ue a semaforo (con rosso, giallo e verde a segnalare la presenza di grassi, sale e zuccheri) integrata con informazioni sulla porzione”, si legge in una nota di “FoodDrinkEurope”, associazione di categoria dell’industria alimentare Ue,
che aggiunge - “riconosciamo che l’iniziativa si basa sul sistema delle porzioni di riferimento, che FoodDrinkEurope ha sviluppato per aiutare i consumatori a fare scelte consapevoli, anche se la maggioranza dei membri non è favore dei codici cromatici in quanto potenzialmente fuorvianti e fonte di confusione”.
Insomma, staremo a vedere, ma non mancano le reazioni alla notizia. La Beuc, per esempio, che è l’associazione dei consumatori europei, “accoglie con favore l’annuncio delle multinazionali dell’alimentare di voler sviluppare un’etichettatura nutrizionale a semaforo, ma deplora il modo in cui i produttori vogliono definire i colori che riflettono il valore nutrizionale degli alimenti. In particolare, il Beuc ritiene che potrebbe risultare fuorviante per i consumatori il fatto che l’etichetta con codice cromatico a indicare la presenza di grassi, sale e zuccheri sarà integrata da informazioni sulla porzione. Rifiutiamo - si legge in una nota dell’’associazione - una combinazione di colori che utilizza la porzione come riferimento perché renderebbe non solo più difficile per i consumatori confrontare le etichette degli alimenti e capire quale prodotto è l’opzione più sana ma potrebbe addirittura trarre in inganno”. Insomma, si al semaforo sul tipo di alimento, ma non indicazioni collegate alla quantità.
Dall’Italia, intanto, da sempre contraria a questo sistema, il Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Marina ribadisce la sua posizione: “scriveremo ancora, anche nelle prossime ore, alla Commissione Ue di intervenire per impedire la diffusione di un elemento così distorsivo del mercato. Ribadiremo con forza il nostro no a questo sistema semaforo”, precisa Martina, nel ricordare che già lo scorso anno insieme a 15 Paesi europei lo aveva contrastato apertamente perchè “provoca danni economici ed’’immagine ai nostri prodotti, non porta alcun beneficio per i consumatori e non promuove uno stile alimentare equilibrato o una dieta sana, classificando i cibi con parametri discutibili e approssimativi. Non è accettabile che prodotti di qualità Dop e Igp possano essere marchiati con semaforo rosso, così come succede con altri alimenti che fanno parte della dieta mediterranea, come il pesce e l’olio d’’oliva, mentre bibite gassate senza zucchero ottengono il semaforo verde”.
E, in effetti, prodotti come “Prosciutto di Parma, Parmigiano Reggiano e Grana Padano, ma anche extravergine di oliva sarebbero tra le vittime illustri dell’etichetta a semaforo degli alimenti che colpisce ingiustamente le produzioni italiane, con indicazioni sbagliate e fuorvianti”, ricorda la Coldiretti, secondo cui questa misura metterebbe a rischio il “made in Italy agroalimentare in Europa dove le esportazioni sono cresciute del 4% nel 2016 raggiungendo il record di 28 miliardi, il 75% di quanto l’Italia esporta nel mondo”, ricorda l’associazione.

Secondo la quale “va respinta l’ipotesi di una informazione visiva che - denuncia la Coldiretti - finisce per escludere paradossalmente dalla dieta alimenti sani come i prodotti a denominazione di origine (Dop e Igp), di cui l’Italia ha la leadership in Europa con 289 riconoscimenti, per promuovere, al contrario, il cibo spazzatura come le bevande gassate senza zucchero, ingannando i consumatori rispetto al reale valore nutrizionale. L’etichetta semaforo indica - spiega la Coldiretti - con i bollini rosso, giallo o verde il contenuto di nutrienti critici per la salute. La segnalazione sui contenuti di grassi, sali e zuccheri - critica la Coldiretti - non si basa però sulle quantità effettivamente consumate, ma solo sulla generica presenza di un certo tipo di sostanze. Un modello già adottato capillarmente dai supermercati della Gran Bretagna che si appresta con la Brexit ad uscire dall’Unione Europea dove - conclude la Coldiretti - va rigettato con decisione questo sistema”.

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