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Sono giovani e ingegnosi i padri delle start-up del food, e grazie al primo “incubatore” di start-up nel settore food italiano, Startupbootcamp FoodTech, saranno di scena nel “Demo Day” (Auditorium Parco della Musica) il 10 marzo

Faticosamente, forse, e a rilento, ma anche il settore dell’agroalimentare italiano sta “cedendo” alla marea montante delle nuove tecnologie, sia sul versante distributivo e logistico che su quello produttivo: e, a riprova di quanto l’innovazione possa far bene al settore, il 10 marzo, le dieci start-up selezionate da Startupbootcamp FoodTech - il primo acceleratore indipendente focalizzato nel settore del foodtech, lanciato con partner del calibro di Barilla, Lventure, Gambero Rosso, Cisco, Monini e Spazio M3 investimenti - saranno sotto i riflettori, per il “Demo Day” dei loro progetti, all’Auditorium Parco della Musica, a Roma (https://www.startupbootcamp.org/accelerator/foodtech-rome/).
La selezione finale è arrivata dopo una grandissima risposta alla chiamata pubblica della squadra di Startupbootcamp FoodTech, che ha raccolto oltre 600 proposte da 56 paesi del mondo, e tra i dieci finalisti, oltre a start-up da Regno Unito, Irlanda, Colombia, Croazia, Indonesia, Spagna e Germania, ce ne sono anche tre tricolori: si va da Elaisian, che applica un algoritmo economico alla produzione di olio d’oliva per massimizzare produzione e riduzione dei costi, a Wallfarm, che fornisce tecnologie per automatizzare la coltivazione verticale di ortaggi e frutta, passando per Evja, startup napoletana che ha sviluppato un dispositivo per l’agricoltura di precisione capace di lavorare anche in assenza di connessione. Senza dimenticare Fruitsapp, autrice di una piattaforma che permette a distributori e produttori di prodotti ortofrutticoli di avviare e condurre le negoziazioni con pochi click, o l’indonesiana Biteback Insect, che è in grado di produrre un sostituto dell'olio dalla spremitura di insetti. E ancora, Trakbar, un servizio cloud di business intelligence e analisi su misura per bar e ristoratori; Kiwi Campus, dedicato ai servizi di ristorazione nei campus dei college statunitensi e non solo; Neofarms, che mira a creare sistemi automatizzati di coltura areoponica casalinga; Phytoponics, che mira a fare lo stesso ma idroponicamente, e su vastissima scala; e MillisBio, dedicata alla produzione di additivi a base proteica per modificare i sapori mantenendo un apporto nutritivo salutare de bilanciato.

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