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Con la modifica del Testo Unico sull’immigrazione salgono a 17.000 (da 13.000) le quote riservate all’agricoltura dei permessi stagionali per lavoratori extracomunitari, e da 4.600 a 5.750 le conversioni per lavoro subordinato. A dirlo Coldiretti

Con la presentazione delle domande telematiche (tramite il sito del Ministero dell’Interno, www.interno.gov.it, fino al 31 dicembre) saranno quest’anno 17.000 i lavoratori extracomunitari che potranno godere di permessi di soggiorno per i lavori stagionali, rispetto ai 13.000 del 2016, e passeranno a 5.750 le conversioni dei permessi per lavoro stagionale in permessi di soggiorno per lavoro subordinato. Lo rende noto Coldiretti, a margine dell’approvazione - previa pubblicazione - del nuovo Decreto sui Flussi Migratori.
Le conversioni dei permessi per lavoro stagionale in permessi di soggiorno per lavoro subordinato consentiranno a molte aziende agricole di stabilizzare il rapporto con i propri lavoratori stranieri, che anno dopo anno sono entrati con i flussi stagionali, e inoltre, con la modifica del Testo Unico sull’Immigrazione, da quest’anno saranno semplificati anche i requisiti per la richiesta del permesso stagionale pluriennale, e la procedura di accoglimento dell’istanza per “silenzio-assenso”. Adesso, sarà sufficiente il fatto che il cittadino extracomunitario abbia fatto regolare ingresso con permesso di soggiorno stagionale almeno una volta nei cinque anni precedenti per potervi avere accesso. Con il “click day”, poi, sarà possibile inoltrare le domande di ingresso per lavoratori stagionali extracomunitari che, sottolinea Coldiretti, troveranno occupazione soprattutto in agricoltura. Un settore che, insieme al turismo, è il settore con maggiori opportunità occupazionali principalmente per le grandi campagne di raccolta delle principali produzioni “made in Italy” - dalla frutta alla verdura, dai fiori al vino fino, ma anche negli allevamenti.
Sono molti i distretti agricoli dove i lavoratori immigrati sono una componente bene integrata nel tessuto economico e sociale, come nel caso della raccolta delle fragole nel Veronese, della preparazione delle barbatelle in Friuli, delle mele in Trentino, della frutta in Emilia Romagna, dell’uva in Piemonte e degli allevamenti da latte in Lombardia, dove a svolgere l'attività di bergamini sono soprattutto i cittadini indiani - mentre quelli macedoni sono attivi principalmente nella pastorizia.

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