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Se l’uomo non avesse la libertà di viaggiare, non esisterebbe la cucina come la conosciamo oggi. Un melting pot in cui anche un lavapiatti arrivato dal Ghana può diventare socio di uno dei più grandi chef del mondo: la storia di Alì e René Redzepi

Non Solo Vino
Una bella storia, quella tra Alì e René Redzepi, un melting pot in cui anche un lavapiatti arrivato dal Ghana può diventare socio di uno dei più grandi chef del mondo

Se l’uomo non avesse avuto la libertà di viaggiare tra le tante cose che non esisterebbero, ci sarebbe la cucina così come la conosciamo oggi, melting pot di culture, tradizioni e prodotti. Ma anche luogo di opportunità, perché la scalata, per quanto faticosa, da lavapiatti a chef, è di certo più realistica e percorribile di quella che passa per un reality. Un esempio? La storia di Alì Sonko, da 13 anni al Noma al fianco di René Redzepi, praticamente dall’inizio, prima come lavapiatti, e adesso come socio, nella nuova avventura dello chef danese, che l’1 dicembre riaprirà un locale totalmente rinnovato, trasformato in una sorta di fattoria urbana nel famoso quartiere di Christiania. Un progetto “fantastico - ha raccontato Redzepi - ma cosa varrebbe senza gli uomini?”.

“Ali rappresenta il cuore e l’anima del Noma - ha raccontato Redzepi al quotidiano “Corriere della Sera” - penso che la gente non si renda conto fino in fondo di quel che significa avere intorno una persona come lui. Lavora con il sorriso, e non importa come si siano comportati quel giorno i suoi figli. Anche mio padre si chiamava Ali, e quando è arrivato in Danimarca dalla Macedonia anche lui si era messo a fare il lavapiatti”. Una storia d’altri tempi, che stride tristemente con l’onda protezionista cavalcata da tanti Governi del mondo. Non solo da Washington, dove non passa giorno senza che il Presidente Trump non dichiari la propria ostilità verso qualcuno, ma anche in Inghilterra, dove dalla Brexit siamo passati alla hard Brexit voluta dalla premier Theresa May.

Senza dimenticare la stessa Danimarca, il cui Governo ha adottato il pugno di ferro contro la migrazione. Il risultato? Le aziende annaspano, perché la manodopera non si trova. Del resto, la storia di Alì, arrivato dal Ghana per fare il lavapiatti e diventato socio di uno dei più grandi chef del mondo, è sintomatica di come l’uomo, per sua natura, è un viaggiatore, uno scopritore, uno sperimentatore, ed “ingabbiarlo” tra leggi, muri, fisici o fittizi, e pregiudizi, sia fuori dalla storia, anche da quella della cucina.

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