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Piacevole, universale, adattabile ad ogni dieta, per migliorare la qualità della vita, “La Cucina del Senza” (senza grassi, sale e zucchero aggiunti) non ha nulla da invidiare a “quella del Con”. Il perché a “Gusto in Scena” a Venezia (23-24 aprile)

Piacevole, universale e adattabile ad ogni dieta, per migliorare la qualità della vita, “La Cucina del Senza” (senza grassi, sale e zucchero aggiunti) non ha nulla da invidiare a “quella del Con”. Il perché lo racconta “Gusto in Scena”, che torna a Venezia (Scuola Grande San Giovanni Evangelista, 23-24 aprile), con il suo ideatore Marcello Coronini, come “luogo” dove si discute e si creano nuove situazioni per valorizzare la cultura del cibo e della tavola associandole ad un concetto di salute e quindi di benessere mentale dell’uomo. Ma “La Cucina del Senza” vive tutto l’anno, le idee discusse si diffondono, si modificano, si sviluppano di nuove e “sta nascendo un movimento di persone che credono in questa cucina e ne applicano i principi nelle loro produzioni e nella loro vita. I produttori di “Gusto in Scena” diventano protagonisti e messaggeri del Senza partecipando attivamente a queste evoluzione con la loro ricerca costante nel migliorare la qualità. Con loro il Senza diventa una nuova realtà basata su un concetto elementare che stavamo però perdendo: gusti uguale qualità uguale salute uguale cultura”.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), il consumo giornaliero di sale deve essere inferiore ai 5 grammi, non un pizzico in più. Le recenti evidenze, emerse dal panorama scientifico internazionale, confermano che l’eccesso nella dieta quotidiana costituisce un fattore di rischio per l’ipertensione e per altri disturbi, tra cui malattie cardio-cerebrovascolari, tumori, osteoporosi, malattie renali. Nonostante le raccomandazioni, in Italia si consuma troppo sale: da due studi realizzati dal Centro per il Controllo delle Malattie, è emerso negli uomini un consumo di 10,8 grammi di sale e nelle donne un consumo di 8,4 grammi, quasi il doppio rispetto ai valori limite.

“Ma pensiamo al perché - sostiene Marcello Coronini - ci ritroviamo a mangiare troppo salato, troppo dolce e con un eccesso di grassi, quando è chiaro che il sale aggiunto non è un esaltatore di sapori, ma anzi copre il gusto naturale degli ingredienti, lo zucchero si comporta nello stesso modo e i grassi sono da discutere soprattutto in cottura. Queste abitudini negative ce le portiamo dietro da dopo la Grande Guerra o dagli anni Sessanta in cui prodotti come sale e zucchero vengono liberalizzati e da prodotti costosi solo per “i ricchi” diventano accessibili a tutti. Ricominciano a bere caffè mediocri e lo zucchero serviva per renderli bevibili e coprire il gusto cattivo. Con la produzione di massa arrivano verdure con poco sapore e la mancanza di gusto rende il sale indispensabile. Parlando di grassi in questi 70 anni ci sono state evoluzioni di rilievo, da un’Italia divisa in due tra i cultori dei grassi animali e quelli dell’olio d’oliva si è verificato un grande interesse per l’olio extravergine che è diventato il principale e positivo protagonista. Col tempo il mondo della produzione è totalmente cambiato e oggi come non mai il consumatore è diventato più attento e informato, il piacere del mangiar bene è sentito come tale e ci si rende conto che la qualità è importante per il nostro piacere e per la salute. Ci si rende quindi conto che un’alimentazione attenta ti migliora e allunga la vita. Questo fa si che oggi grandi aziende impostano la loro comunicazione sul senza zucchero aggiunto, sul senza grassi aggiunti e si inizia a dedicare attenzione al sale” (“La Cucina del Senza” è anche un volume edito da Feltrinelli-Gribaudo con tante ricette del Senza semplici e ricche di gusto, rivolte soprattutto alle cuoche e ai cuochi di casa).

Info:
www.gustoinscena.it

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