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Coldiretti: la criminalità organizzata si appropria dell’agroalimentare italiano per un business stimato in 16 miliardi, danneggiando l’imprenditoria onesta, l’ambiente, la salute e la fiducia nei marchi d’origine del made in Italy

La criminalità nell’agroalimentare sviluppa un business stimato in 16 miliardi, tra mafia, ‘ndrangheta e camorra. Lo afferma la Coldiretti, commentando le operazioni condotte dalle forze dell’ordine contro le infiltrazioni della criminalità organizzata: dal settore ortofrutticolo del clan Piromalli, all’olio extra vergine di oliva di Matteo Messina Denaro, fino alle imposizioni della vendita di mozzarelle di bufala del figlio di Sandokan del clan dei casalesi, al pizzo sui pescatori.
La malavita si appropria di vasti comparti dell’agroalimentare e dei guadagni che ne derivano, distruggendo la concorrenza e il libero mercato legale e soffocando l’imprenditoria onesta. Ma compromette anche in modo gravissimo la qualità e la sicurezza dei prodotti, con l’effetto indiretto di minare profondamente l’immagine dei prodotti italiani e il valore del marchio Made in Italy.
Gli aspetti patologici dell’indotto agroalimentare, come la lievitazione dei prezzi di frutta e verdura nella filiera che va dal produttore al consumatore, sono la conseguenza non solo dell’effetto dei monopoli, ma anche delle distorsioni e speculazioni dovute alle infiltrazioni della malavita nelle attività di intermediazione, dai mercati ortofrutticoli ai trasporti. L’ortofrutta è sottopagata agli agricoltori su valori che non coprono neanche i costi di produzione, ma i prezzi moltiplicano fino al 300% dal campo alla tavola anche per effetto del controllo monopolistico dei mercati operato dalla malavita in certe realtà territoriali.
Gli interessi criminali sono rivolti anche alle forme di investimento nelle catene commerciali della grande distribuzione, nella ristorazione e nelle aree agro-turistiche, nella gestione dei circuiti illegali delle importazioni/esportazioni di prodotti agroalimentari sottratti alle indicazioni sull’origine e sulla tracciabilità non curandosi delle gravi conseguenze per la catena agroalimentare, per l’ambiente e la salute.
Proprio per alzare il livello di attenzione verso le “agromafie”, Coldiretti ha costituito l’Osservatorio sulla Criminalità in Agricoltura, presieduto dal presidente Roberto Moncalvo e con Giancarlo Caselli alla guida del Comitato Scientifico, che presenta annualmente con l’Eurispes il Rapporto Agromafie.

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