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“L’illegalità nei campi non è un accidente dal quale non ci si può liberare. Ancc-Coop dimostra che ci può essere legalità”. Parola della presidente della Camera Laura Boldrini, tra gli scatti della mostra della Coop “La buona terra” a Montecitorio

Non Solo Vino

“C’è molto coraggio in queste immagini. L’illegalità nei campi non è un accidente dal quale non ci si può liberare. La Ancc-Coop dimostra che ci può essere legalità”. Parola della presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini - la cui Aula ha approvato nei mesi scorsi il disegno di legge “Disposizioni in materia di contrasto ai fenomeni del lavoro nero, dello sfruttamento del lavoro in agricoltura e di riallineamento retributivo nel settore agricolo” - nell’inaugurazione, oggi a Roma, della mostra fotografica “La buona terra. I campi della legalità”, a cura di Ancc-Coop (Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori) e con le foto di Photoaid, ispirata alla campagna “Buoni e Giusti Coop” promossa dal leader della gdo italiana per promuovere l’eticità nelle filiere ortofrutticole italiane, visitabile alla Biblioteca di Montecitorio fino al 24 febbraio. “Una mostra dal grande valore - ha detto il presidente di Ancc-Coop Stefano Bassi - perché rappresenta condizione di lavoro che possiamo ambire a migliorare nella nostra agricoltura, dalla quale possono sparire caporalato, sfruttamento delle persone e del lavoro, emarginazione e illegalità”.

Lo dimostra l’esperienza della campagna “Buoni e Giusti Coop”: a partire dal 2016 tutti gli 832 fornitori nazionali e locali di frutta e verdura (per oltre 70.000 aziende agricole) sono stati coinvolti in una grande operazione di legalità, e chi non rispetta le regole in campo di lavoro e di diritti esce fuori dal sistema Coop. I controlli sono stretti e pagare la giusta retribuzione alza i costi, rispetto a chi versa pochi euro al giorno a un lavoratore. Ma le aziende agricole hanno reagito in maniera positiva, integrando e rispettando le regole sul lavoro per tutti e collaborando al miglioramento delle condizioni di vita dei lavoratori immigrati.

In 20 scatti la mostra racconta anche al mondo della politica le storie di donne e uomini italiani, polacchi, indiani, maliani, che lavorano nei campi e nella trasformazione di frutta e verdura in quattro diverse Regioni d’Italia, in condizioni di libertà e legalità, nel rispetto delle regole e dei diritti di ognuno - desiderio che accomuna tutti gli esseri umani - e che queste condizioni ci sono e possono ampliarsi alla maggior parte dell’agricoltura italiana. Non solo giusta paga, ma anche rispetto delle minime condizioni di accoglienza per i lavoratori immigrati, e anche corsi di lingua e di qualificazione professionale. Sono immagini che parlano di un cambiamento in atto e sono la testimonianza che dalle campagne italiane non arrivano più solo messaggi di sfruttamento e miseria estrema. Sta a tutti noi, cittadini e consumatori, agevolarlo.

A scattare le foto, un piccolo pool di fotografi impegnati nel sociale con l’agenzia PhotoAid, in Sicilia, Puglia, Lombardia e Calabria, e nella mostra sono accompagnate da un video girato nella campagna fotografica (l’autore è Francesco Sellari dell’agenzia Silverback) che dà voce e parole ai protagonisti degli scatti.

Info: www.e-coop.it

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