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Sostiene Coldiretti: la riforma della nuova Pac, la cui consultazione pubblica comincia ad entrare nel vivo in vista del 2020, deve valorizzare la distintività territoriale ed escludere rendite di posizione, premiando chi vive di agricoltura

La riforma della Politica Agricola Comune deve rispondere alle nuove sfide che deve affrontare l’Unione Europea, con misure che sappiano valorizzare la distintività territoriale delle produzioni, premiare l’occupazione nelle campagne ed escludere insostenibili rendite. Ad affermarlo è Coldiretti, sul tema della consultazione pubblica sul futuro della Pac, lanciata dal Commissario Phil Hogan per raccogliere contributi per la definizione delle future priorità della Pac dopo il 2020. Priorità che, sottolinea Coldiretti, riguardano ben 44 milioni di persone occupate nell’agroalimentare europeo - di cui 22 milioni in agricoltura, tra imprenditori e dipendenti.
Nella futura Pac, prosegue l’associazione, occorre rafforzare tutte le misure che escludono la “rendita” dai benefici Pac, premiando chi vive di agricoltura, e in secondo luogo è necessario puntare su un’assegnazione degli aiuti che consideri anche il contributo del lavoro e del valore aggiunto generato dal settore. In terzo luogo, è necessario fare propria l’esperienza italiana di “distintività” - di cui tracciatura dell’origine ed etichettatura sono i principali strumenti - per alzare gli standard qualitativi delle produzioni europee. Il tutto, ovviamente, nella riaffermazione di principi di “semplicità” e “sburocratizzazione”, con particolare riferimento alla componente “greening” e alle difficoltà di verifica degli obblighi previsti rispetto alla portata degli effetti ambientali prodotti.
E’, inoltre, necessario che la Pac - continua Coldiretti - preveda strumenti di intervento “preventivi” nei confronti del doppio rischio legato all’andamento dei mercati e del clima, che agiscano come fattori “calmieranti” prima che i produttori subiscano elevate perdite di reddito. La crisi del latte ha insegnato molto, sostiene Coldiretti, e le misure introdotte a livello nazionale nel collegato agricolo per consentire alle rappresentanze agricole di denunciare le inadempienze da parte industriale e di rappresentare le imprese nella stipula di accordi quadro andrebbero estese a livello Ue, in senso orizzontale.
In buona sostanza, le turbolenze e le distorsioni di mercato non si superano lasciando al mercato stesso la potestà di riequilibrio, né affidandosi ad automatismi di carattere assistenziale, ma bensì, secondo Coldiretti, ridando “legittimazione” ai soggetti che fanno il mercato, cioè i produttori. Inoltre, non va trascurato il tema del ricambio generazionale: alle misure per il primo insediamento previste dai Piani di sviluppo rurale vanno affiancate misure di accompagnamento delle giovani imprese, con precise garanzie di accesso al credito ma anche strumenti di agevolazioni fiscali sul lavoro.
Tutti temi sui quali anche Paolo De Castro, Vicepresidente Commissione Agricoltura al Parlamento Europeo, ha detto la sua a WineNews, dalla consultazione pubblica sulla Pac “che riguarda tutti i cittadini, dato che è una politica che deve essere accompagnata da sostegno sociale”, al regolamento omnibus “occasione importante per semplificare”, passando per le “buone proposte” su sostegno ai giovani agricoltori (anche considerando il “ritorno alla terra” da accompagnare con misure comunitarie) e misure per la stabilità dei prezzi (http://www.winenews.tv/index.php?wnv=7621).

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