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“Passion Food”: ecco il motto della rassegna “Culinary Cinema” n. 11, che, nel perimetro della Berlinale, presenterà non meno di 11 film focalizzati sul rapporto tra cibo, cultura e politica nel mondo gobalizzato contemporaneo

“Senza alcun dubbio la passione, e la maestria che ne consegue, sono le forze dietro il lavoro di cuochi e registi, e anche uno dei suoi temi”: è con queste parole che Dieter Kosslick, direttore del festival, ha spiegato la scelta del motto dell’edizione n.11 di “Culinary Cinema”, la rassegna a tema gastronomico di scena, come di consueto, alla Berlinale (www.berlinale.de), e che, quest’anno, avrà come titolo “Passion Food”.
La kermesse avrà luogo dal 12 al 17 febbraio e si aprirà con quattro premiere globali e una internazionale: a seguire, chef di rango indiscusso come il tristellato Eneko Atxa (protagonista del documentario “Soul”), lo stellato Alexander Koppe, e i bistellati Tim Raue (protagonista di una puntata della serie Netflix “Chef’s Table”), Sebastian Frank e Christian Lohse si avvicenderanno nel servire un menù ispirato ai film stessi tra i tavoli del “Gropius Mirror”. E tra le premiere, spicca anche “André - The Voice of Wine”, che narra le vicende dell’enologo russo André Tchelistcheff, emigrato dalla madrepatria verso gli Stati Uniti d’America e che, negli anni ’30, ebbe un ruolo importante nel ricostruire l’industria vitivinicola californiana. E, comprensibilmente, a coronare il programma principale di “Culinary Cinema” sarà il documentario “Theater of Life”, di Peter Svatek, che vede il “nostro” Massimo Bottura, lo chef n.1 al mondo, protagonista e voce narrante nell’ambito della genesi del suo “Refettorio Ambrosiano”.
Oltre alle premiere, la rassegna si occuperà di temi assai eterogenei fra loro, ma tutti incentrati sul rapporto tra uomo, cibo, natura e cultura: dalla tensione etica ingenerata dall’uccisione degli animali per farne cibo all’ipersfruttamento di alcune coorti di specie animali, con tutti i rischi ecologici connessi, passando per la costruzione, e la diffusione, di una cultura più rispettosa e più equilibrata nei confronti del pianeta e delle sue risorse. Thomas Struck, curatore di “Culinary Cinema”, ha definito l’edizione 2017 come “un melting pot per film e cuochi che esplorano il corpo e l’anima dell’uomo attraverso il tema del cibo. Mangiare è una passione, un’attività vitale o un settore commerciale incentrato sul profitto? Questa è una domanda che richiede ulteriore attenzione”. Infine, per l’intera durata del festival, e con il contributo di Slow Food, gli spettatori potranno godere dello street food creato in cooperazione con il Markthalle Neun e venduto negli spazi antistanti alla Alte Potsdamer Strasse.

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