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La storia della Grappa Nonino si arricchisce di un nuovo capitolo: dopo le incursioni nel mondo della cultura, con il Premio Nonino, e del design, la “London School of Economics” incorona la “Cenerentola” diventata “Regina” del mercato

Non Solo Vino
La famiglia Nonino

La storia della Grappa Nonino, che affonda le proprie radici nel lontano 1897, si arricchisce di un nuovo capitolo, che fa della celebre distilleria friulana qualcosa di più di un banale produttore di acquavite. Dopo le incursioni nel mondo della cultura, con il Premio Nonino, nato nel 1975 con lo scopo dichiarato di valorizzare la civiltà contadina, che in questi 40 anni ha premiato i protagonisti della letteratura, del cinema, del giornalismo, della ricerca, dell’architettura e della gastronomia, da Ermanno Olmi a Mario Rigoni Stern a Leonardo Sciascia, da Giorgio Bocca a Claude Levi-Strauss, da Renzo Piano e Gualtiero Marchesi, ed in quello del design, con le “fiaschette da viaggio” firmate dai designer olandesi Scholten&Baijings, ispirate alle Grappa Monovitigno di Nonino e lanciate sul mercato nell’estate del 2015, la Nonino arriva in uno dei templi dell’economia mondiale, la “London School of Economics”.
Che, nel suo magazine ufficiale, il prestigioso “LSE Business Review”, ha dedicato ampio spazio al successo della distilleria friulana, in un lungo articolo intitolato “Come trasformare un prodotto Cenerentola in una Regina del mercato”, che ha raccontato “l’incredibile passaggio di status dal fondo alla cima della scala di status. È salita - si legge nell’articolo - da un under dog plebeo del whisky e del cognac fino a diventare un prodotto di lifestyle servito nei più eminenti consessi sociali e offerto da ristoranti stellati”.
Un vero e proprio omaggio, specie all’importanza di una figura come quella di Gianola Nonino: “avvincente, quindi, che sia stata una giovane signora, Giannola Nonino - moglie di Benito, un distillatore eccezionale ma imprenditore marginale nella provincia Friulana del Nord - a trasformare il liquore aromatico da un insuccesso sociale a un must edonistico della degustazione del dopo-cena italiano”, scrivono ancora i due autori, Giuseppe Delmestri, professore di Change Management nel Management Department della WU Vienna University of Economics and Business, e Royston Greenwood, Telus Professor di Strategic Management alla School of Business, University of Alberta, e Professorial Fellow, University of Edinburgh, in quello che è un vero e proprio omaggio ad una delle case history di successo del mondo degli spirits italiano.

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