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Numeri in crescita, ma mortalità alta per bar e ristoranti in italia: +10% in cinque anni, con Roma, Milano e Napoli in pole position, ma dal 2011 al 2015 il 75% ha chiuso entro cinque anni e oltre il 45% ha fatto lo stesso entro il terzo anno

Nonostante la crisi, al dicembre 2015 in Italia si contavano 367.000 tra ristoranti (197.000 circa) e caffetterie (170.000 circa), un numero in crescita di oltre 31.000 unità sul 31 dicembre 2011 (+9,3%). Ma, nonostante la volontà di sempre più persone di scommettere su questo tipo di attività imprenditoriale, la mortalità di questi esercizi commerciali rimane molto alta: delle imprese nate nel 2011, 3 su 4 hanno abbassato la saracinesca entro cinque anni, e oltre il 45% non è riuscita a resistere al terzo anno di vita. Emerge da un’indagine congiunta Unioncamere-Infocamere, basata su dati del Registro delle Imprese Italiane nel periodo compreso tra il dicembre 2011 e il dicembre 2015.
Nonostante il panorama rimanga quindi incoraggiante solo a metà, l’indagine sottolinea che ci sono delle “isole felici”: nello specifico, a Roma, Milano, Napoli e Firenze i tassi di mortalità di queste attività nel periodo in considerazione sono sensibilmente inferiori alla media nazionale, sia per i bar che per i ristoranti, e da questo punto di vista spicca Firenze, dove il 57% delle attività è ancora sul mercato dopo i “fatidici” cinque anni di vita. Parimenti, Roma è il posto più sicuro per aprire un bar, visto che nella capitale il 49% riesce a passare il giro di boa del lustro di operatività. A livello regionale, inoltre, è la Lombardia a registrare al 31 dicembre 2015 il numero più alto in Italia di bar e ristoranti (rispettivamente 27.679 e 29.285), seguita dal Lazio (22.430 ristoranti e 17.925 bar) e dalla Campania (17.754 attività di ristorazione e 15.145 bar).
Ma in termini relativi, nell’ultimo quinquennio è la Sicilia ad aver messo a segno la crescita più marcata (+15%, trainata dal settore della ristorazione, con un notevole +16%), seguita dalla Campania (+14% , con una punta del +15% per i bar) e dall’Umbria (+12%, spinta dai bar con un +13%). A livello aggregato, infine, le attività di ristorazione sono cresciute nel periodo di riferimento in ogni regione italiana, con la Sicilia, come detto, capofila, e la sola Valle d’Aosta a flettere (-2,1%), mentre bar ed esercizi senza cucina sono cresciuti in numero in ogni regione, con una media nazionale a +7,4% tra 2011 e 2015.

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