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Doccia fredda per Alibaba: il gigante dell’e-commerce di Jack Ma torna nella lista dei “mercati famigerati” dello Ustr, l’ufficio per il commercio estero Usa, in quanto “facilitatore di violazioni di proprietà intellettuali e di marchi commerciali”

Regalo di Natale amaro per Jack Ma: il gruppo che lo ha catapultato alla fama globale, il colosso del commercio elettronico cinese Alibaba, è tornato dopo quattro anni nella “Notorious Markets List” dell’ Office of the United States Trade Representative (Ustr), ovvero l’organismo governativo statunitense che coordina e suggerisce le strategie di politica commerciale estera dell’Unione all’esecutivo.

Nonostante le ripetute assicurazioni, da parte di Ma, che Alibaba starebbe facendo tutto quanto in suo potere per bloccare le vendite di beni contraffatti nel suo marketplace online “Taobao” - il cui funzionamento è all’incirca simile ad eBay - lo Ustr ha affermato che “i detentori dei diritti, sia statunitensi che internazionali, continuano a dichiarare serie difficoltà nel diminuire la grande quantità di beni contraffatti su Taobao, senza che ostacoli precedenti siano stati rimossi e senza che sia stata applicata una politica base di tutela della proprietà intellettuale”. La decisione dell’ufficio, specialmente se vista nell’ottica dell’ormai imminente giuramento del Presidente eletto Donald Trump, è una brutta notizia per Alibaba, visto che l’azienda di Ma sta incessantemente corteggiando alcuni dei marchi globali più prominenti - inclusi quelli del nettare di Bacco - affinché i propri prodotti vengano resi disponibili sulle piattaforme del gruppo cinese. E, forse non a caso, Alibaba ha dato un’interpretazione squisitamente politica alla cosa: secondo Mike Evans, presidente del gruppo, c’è la possibilità che la decisione dello Ustr “sia stata influenzata dal clima politico attuale”, puntando abbastanza chiaramente il dito verso le politiche muscolari che il Presidente Trump ha annunciato di voler intraprendere a livello di relazioni commerciali con la Cina.

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