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L’enogastronomia ha un ruolo strategico nelle politiche per il turismo, favorendo la promozione integrata del made in Italy e rilanciare, su basi nuove, la leadership dell’Italia nel settore: così il Piano Strategico di Sviluppo del Turismo 2017-2022

Quando i Millennials viaggiano, e lo fanno moltissimo, l’esperienza enogastronomica rappresenta un punto cardine del viaggio per entrare in contatto con il territorio, integrandosi con tradizione, cultura e bellezze paesaggistiche, elementi del patrimonio culturale italiano che, tutti assieme e anche se si ha poco tempo a disposizione, permettono di sperimentare quel turismo legato alla natura che fa tendenza. La condivisione sul web - canale in assoluto più usato per informarsi e prenotare prima di partire - innescando il passaparola, fa il resto. Per questi motivi, e non solo, il wine & food ha un ruolo strategico nelle politiche per il turismo italiano e nella promozione integrata del made in Italy, e in particolare negli interventi mirati a generare nuove aree di attrazione, aprendo alla valorizzazione di nuovi territori, in chiave di sostenibilità ed autenticità, favorendo l’integrazione tra comparti diversi. Ruolo che va potenziato migliorandone l’offerta, ma anche attraverso la formazione di quanti si occupano della sua promozione e valorizzazione. Lo si legge nel Piano Strategico di Sviluppo del Turismo 2017-2022, illustrato nei giorni scorsi a Palazzo Chigi dal Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Dario Franceschini, riconfermato in carica nel Governo Gentiloni, e che ribadisce l’attenzione verso un settore, quello dell’enogastronomia italiana, considerato strategico per lo sviluppo e la promozione del made in Italy, voce importante dell’economia nazionale.
Il Piano ha l’obiettivo “di dare piena operatività all’indirizzo strategico di dotare di una visione unitaria l’Italia del turismo e della cultura, rispondendo all’esigenza di porre il settore turistico al centro delle politiche di sviluppo del Paese” (+4% i turisti stranieri in Italia nel 2015, con un valore aggiunto diretto e indotto generato dai loro consumi, cresciuti del 5%, stimato in circa 37,6 miliardi di euro) e “promuovere una nuova modalità di fruizione turistica del patrimonio del nostro Paese, basata sul rinnovamento e ampliamento dell’offerta turistica delle destinazioni strategiche e sulla valorizzazione di nuove mete e nuovi prodotti”, per “rilanciare, su basi nuove, la leadership dell’Italia sul mercato turistico internazionale” (nel triennio 2016-2018 si prevede una crescita di oltre il 3% degli arrivi in Italia, trainata dal movimento extra-europeo).
Agroalimentare che con il Piano di internazionalizzazione, è al centro delle azioni di Governo per la sua promozione e tutela internazionale. E mentre tra le ultime iniziative legislative intraprese dal Governo Renzi è arrivato l’ok alla legge quadro del Testo Unico del Vino, è già pronta una proposta di legge, come annunciato dalla deputata Colomba Mongiello, componente della Commissione Agricoltura della Camera, che faccia ordine, anche dal punto di vista fiscale, sul settore dell’enoturismo, come auspicato da tempo da molti, primo tra tutti il Movimento Turismo del Vino.

A ricordare come le cifre del settore parlano chiaro del suo peso nel turismo nazionale è Dario Stefàno, capogruppo in Commissione Agricoltura a Palazzo Madama: “solo per il vino - sottolinea - il valore economico legato all’enoturismo ha registrato, nel 2015, un volume di affari di 2,5 miliardi di euro (per 7 milioni di visitatori, ndr). Si tratta di un settore che ha ottenuto ad oggi solo un riconoscimento di fatto nel Testo Unico del Vino e per il quale è già stato presentato un disegno di legge con la finalità di incoraggiare e sostenere il suo corretto sviluppo. L’iniziativa del Ministro dei Beni Culturali - conclude Stefàno - si innesta perfettamente in questo solco, ed è quanto mai tempestiva ed appropriata, perchè racchiude, e quindi declina, un fondamentale convincimento: l’enogastronomia italiana è una tenace, solida e caleidoscopica espressione della storia e della cultura dei nostri territori che occorre continuare a raccontare” (per raccogliere e condividere idee e proposte attorno al Piano è stata attivata un’apposita piattaforma on line: www.pst.beniculturali.it).

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