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Fonte Ansa - L’industria alimentare tricolore “è pronta a fare la sua parte” per favorire il propagarsi di una dieta sana: a dirlo Luigi Scordamaglia, presidente Federalimentare, nel ricordare l’impegno del settore al Simposio FAO-OMS di Roma

“L’industria alimentare italiana è pronta a fare la sua parte per favorire l’adozione di una dieta sana, variata e nutrizionalmente bilanciata, tanto da riformulare 4.200 prodotti e a riporzionarne 3.600, riducendone così l’apporto calorico”: a dirlo, durante il suo intervento nel corso del secondo Simposio Internazionale Fao - Oms “Sistemi alimentari sostenibili per una dieta sana e una nutrizione migliore” di Roma, Luigi Scordamaglia, presidente Federalimentare.
Scordamaglia ha, innanzitutto, ricordato l’accordo firmato durante l’Expo 2015 di Milano con il Ministero della Salute, che prevede la riformulazione e il miglioramento delle caratteristiche nutrizionali di una molteplicità di prodotti, e in particolare di quelli destinati ai bambini dai 3 ai 12 anni di età. “L’industria alimentare - ha proseguito Scordamaglia - dice no alla demonizzazione di alcuni cibi”, ricordando la ferma opposizione di Federalimentare alla deriva del proibizionismo alimentare, una via inefficace e foriera di grandi equivoci, come rappresentato dalle esperienze di Danimarca e Finlandia, che, dopo aver adottato le cosiddette “food tax” - e averne constatato il fallimento - ora stanno tornando sui loro passi.
“Non è un caso che oggi solamente in Italia, tra le industrie alimentari più sicure del mondo - ha precisato il presidente Federalimentare - 450 mila persone, tre volte quelle che soffrono ad esempio di celiachia, siano affette da ortoressia, un timore incontrollato nei riguardi della salubrità del cibo che consumano”. Infine, Scordamaglia ha messo l’accento sulla sostenibilità che riguarda l’intera filiera alimentare tricolore, dai produttori ai consumatori, con un particolare riferimento ai mercati emergenti: “l’industria alimentare ha la responsabilità - ha concluso Scordamaglia - di far aumentare l’enorme valore dell’agricoltura e della produzione, applicando l’esperienza, la tecnologia, il modello produttivo e la sostenibilità tipici delle nostre Pmi”.

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