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Terremoto, la denuncia di Confagricoltura: le aziende agricole delle aree interessate dal più recente sisma in Italia centrale, dalle Marche all’Umbria, non espliciterebbero i danni subiti pur di proseguire l’attività produttiva, per loro vitale

Nessuna vittima diretta, ma danni ingenti che non hanno risparmiato di certo l’agricoltura dell’area, e di conseguenza, una situazione paradossale, nella quale “le aziende agricole terremotate non denunciano i danni subiti per non vedersi bloccare l’attività aziendale che non si può fermare; con gli animali da allevare e mungere e con le operazioni colturali in atto, non si possono avere battute d’arresto”. A sottolinearlo è Confagricoltura che, con le sue sedi territoriali, sta monitorando attivamente la situazione nelle zone interessate dal nuovo sisma.

Secondo l’associazione, il sisma ha causato ingenti danni strutturali in molte aziende agricole nel nuovo fronte del sisma, tra Marche ed Umbria, da Visso, Ussita e Castelsantangelo sul Nera, nel maceratese, alle zone perugine di Preci, Norcia e Cascia, oltre che alle altre frazioni nella zona confinante tra le due regioni. Il risultato è che si è allargata l’area devastata dagli eventi sismici di fine agosto, con problematiche che si sono aggravate per edifici e strutture già disastrati, ma non tantissime nuove emergenze sottolinea Confagricoltura: nelle Marche i comuni colpiti dalle ultime scosse sono 20 e di essi ben 13 non rientrano nel cratere definito dal decreto del Consiglio dei ministri. Nel frattempo Agriturist, l’associazione del turismo rurale di Confagricoltura, si è prontamente mobilitata, in raccordo con la Protezione civile, per accogliere i nuovi sfollati nelle aziende associate. “La disponibilità - commenta l’associazione - è totale per un’attività già avviata da mesi; negli agriturismi ci sono tuttora gli evacuati di quest’estate”. Infine, Confagricoltura auspica che i decreti attuativi prevedano interventi immediati, come stalle mobili e prefabbricati, per far sì che gli agricoltori possano continuare a svolgere sul posto la loro attività produttiva. Per quanto riguarda i finanziamenti per la ricostruzione e per il ripristino, puntualizza l’associazione, servono congrue e specifiche misure dei piani di sviluppo rurale.

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