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“Tomato Day” by Cibus Tec - L’Italia, patria di pizza e pasta, supera la Cina nella classifica mondiale nella classifica dei Paesi produttori di pomodoro da industria, e rimane dietro ai soli Stati Uniti d’America

A chiusura della campagna 2016 di raccolta dei pomodori, l’Italia ha scalato la classifica dei Paesi produttori del pomodoro da industria, posizionandosi al secondo posto su scala mondiale, subito dopo agli Stati Uniti: ed è sorpasso sulla Cina, che scende al terzo posto. Ad annunciarlo è stato Giovanni De Angelis, direttore di Anicav, l’Associazione Nazionale Industriali Conserve Alimentari Vegetali, nel “Tomato Day”, organizzato da “Cibus Tec”, l’evento dedicato all’innovazione tecnologica in campo alimentare in corso a Parma (www.cibustec.it).
Secondo dati Anicav, il pomodoro trasformato “made in Italy” vale 3,2 miliardi di euro, dei quali l’export rappresenta circa la metà. I paesi più importanti per la nostra pummarola, - dato che è la polpa di pomodoro a rappresentare da sola la metà dei volumi dell’export - sono l’Unione Europea (60%), gli Stati Uniti, il Giappone e l’Australia. “Le rotte dell’export del pomodoro da industria - ha osservato De Angelis - hanno sempre seguito prima i nostri flussi migratori, poi la ristorazione italiana all’estero e adesso il successo, anche tra le mura domestiche, di prodotti simbolo del “made in Italy” come la pasta e la pizza, entrambi al massimo se con i pomodori”. Negli anni a venire la domanda globale, secondo uno studio presentato al “Tomato Day”, vedrà crescere la quota dei sughi pronti a base di pomodoro, e in misura ancora maggiore quella dei sughi a base di pesto.
L’Italia è già in grado di rispondere a nuove richieste di mercato - ha concluso De Angelis - ma il primato mondiale si salva col binomio tipicità e qualità. Per questo puntiamo a risvegliare il mercato interno, chiedendo l’Igp per i pelati che, grazie alla loro interezza e gusto potranno essere i migliori testimonial della nostra eccellenza produttiva nei quattro angoli del pianeta”.

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