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Fonte Ansa - La voglia globale di prodotti “green” si fa sentire anche nel settore caseario, e la filiera si adegua, col progetto di un’etichetta che evidenzi l’impronta ecologica dei prodotti lattiero-caseari. Emerge dal “Milk Day” by Cibus Tec

Anche il formaggio, oltre agli altri prodotti agroalimentari, piace “verde”: non tanto per le sue versioni muffate, ma per il valore crescente delle sostenibilità delle produzioni. Un valore, quello del basso impatto sull’ambiente e quindi della buona impronta ecologica, sempre più riconosciuto dai consumatori - e sul quale quindi cresce l’impegno dei produttori italiani e non solo verso il risparmio energetico ed idrico. A livello mondiale, “si sta pensando a sviluppare un'etichetta informativa sull’impronta ecologica del prodotto lattiero-caseario. Tra un mese contiamo di definire un documento di sintesi, ma già in Francia sono state adottate etichette molto efficaci che indicano il risparmio idrico di quel formaggio d’oltralpe in minuti sotto la doccia guadagnati” ha detto il responsabile Ambiente della Federazione Latte Fil Adf Piercristiano Brazzale, nel “Milk Day”, organizzato da “Cibus Tec”, l’evento dedicato all’innovazione tecnologica in campo alimentare, di scena a Parma (www.cibustec.it) e Assolatte.
La stessa azienda casearia di Brazzale, nei suoi due stabilimenti in provincia di Parma e di Vicenza, recupera ogni anno 5 milioni di kilowattora dai sottoprodotti: “abbiamo ridotto di 8-9 volte la massa dei rifiuti di produzione - ha sottolineato il produttore veneto - mentre l’emissione di Co2 è stata azzerata, col vantaggio di disporre a fine lavorazione di un fertilizzante naturale e non chimico. Per ogni litro di latte recuperiamo 0,6 litri di acqua, che viene utilizzata nello stesso impianto di Zané per la pulizia delle linee, con un taglio del 30% degli acquisti di acqua dall’acquedotto”.
Inoltre, secondo Fabio Iraldo, ricercatore della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e Iefe Università Bocconi, il 74% dei consumatori apprezza i prodotti ecologici. Di questi, il 17% è già compratore abituale e il 57% occasionale. E intanto, secondo dati Assolatte, il comparto gode di buona salute, con una produzione di 1,1 milioni di tonnellate di formaggi, di cui 510 mila Dop, e anche le esportazioni registrano dati significativi: tra gennaio e maggio 2016 ben115.080 tonnellate di prodotto sono state vendute in Paesi Ue, mentre 13.115 hanno raggiunto il mercato statunitense. Il settore rappresenta l’11,7% del fatturato alimentare complessivo, pari a 132 miliardi di euro.

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