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Il top della ristorazione italiana protagonista domani alla presentazione della “Settimana della Cucina Italiana nel Mondo” (21-27 novembre), con i Ministri degli Affari Esteri e delle Politiche Agricole, Paolo Gentiloni e Maurizio Martina

Come abbiamo scritto ieri, sono l’Osteria Francescana di Modena di Massimo Bottura e La Pergola dell’Hotel Rome Cavalieri di Heinz Beck, con 95 punti su 100 (come nell’edizione 2016, ndr), e il Villa Crespi di Orta San Giulio di Antonino Cannavacciuolo e il Don Alfonso 1890 di Sant’Agata sui Due Golfi di Antonio Jaccarino, con 94 punti, a conquistare la vetta qualitativa delle “Tre Forchette” (29 in tutto) della “Guida Ristoranti d’Italia 2017” del Gambero Rosso (www.gamberorosso.it). Che, con oltre 2.400 indirizzi recensiti in tutta Italia, di cui 300 nuovi, conferma la crescita e la dinamicità della ristorazione italiana a tutti i livelli, da quello altissimo, che si ritrova domani a Roma, a Villa Madama, per la presentazione della “Settimana della Cucina Italiana nel Mondo” (21-27 novembre), appuntamento annuale sulla tradizione culinaria italiana all’estero con l’obiettivo di promuovere nel mondo il settore agroalimentare e l’alta tradizione culinaria italiana, con i Ministri degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Paolo Gentiloni, delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Maurizio Martina, del Direttore generale Rai Antonio Campo Dall’Orto, del Sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico Ivan Scalfarotto e del Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome Stefano Bonaccini, alla fascia media, con uno sguardo sempre più orientato alla qualità anche per street food, bistrot e così via. Una guida che premia e sottolinea una caratteristica decisamente made in Italy della ristorazione, ovvero la conduzione e la storia familiare di certi grandissimi ristoranti, come la storica Enoteca Pinchiorri di Giorgio e Annie Fèolde a Firenze, ma anche il Dal Pescatore della famiglia Santini a Canneto sull’Oglio (Padova), o Le Calandre di Max e Raf Alajmo, subentrati al padre Erminio, a Rubano (Mantova), senza dimenticare il Da Vittorio della famiglia Cerea, a Brusaporto (Bergamo) e Casa Vissani di
Gianfranco e Luca Vissani, a Baschi (qui tutti i premiati: http://bit.ly/2dFFqju).

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