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“Più di 775.000 tonnellate del grano usato per fare pasta potrebbero contenere tracce di glifosato, sostanza vietata in Italia”: a dirlo Dino Scanavino, presidente Cia - Agricoltori Italiani, nella manifestazione dei produttori a Siena

“Il nostro grano di qualità non si vende, il prezzo proposto dalla domanda del mercato è inaccettabile. Questo anche perché siamo sommersi da grani esteri, tutt’altro che sicuri dal punto di vista salutistico, che falsano il mercato, non rispettando i veti previsti dall’Italia nella fase dei processi produttivi, come ad esempio l’uso del glifosate. Proporzioni e conti alla mano, questo si traduce nel fatto che circa il 15 per cento della pasta venduta come “made in Italy” potrebbe contenere tracce di un diserbante. Garanzie che questo non avvenga: nessuna, fino alla prova contraria”: sono parole pesanti quelle usate da Dino Scanavino, presidente Cia-Agricoltori Italiani, nella manifestazione dei produttori di grano italiano che ha avuto luogo oggi a Bettolle (Siena).
“Più di 775 mila tonnellate di grano utilizzato per fare la pasta potrebbe contenere tracce di glifosate, una sostanza usata durante il processo produttivo del grano che in Italia è vietata”, ha proseguito: “sull’uso di alcune sostanze chimiche non c’è uniformità legislativa a livello mondiale, né certezze sui danni che queste possano recare alla salute dei consumatori. Solo dal Canada importiamo ben 1,2 milioni di tonnellate di grano duro. Allora chiediamo che si faccia chiarezza sulla situazione”. Per Scanavino è necessario applicare anche al caso del grano il principio di precauzione, dato che fa parte “degli alimenti che entrano nella filiera della trasformazione nel nostro Paese”.
Poi, l’affondo: “il grano italiano sta morendo, per mano di chi mette i nostri produttori in una condizione di debolezza contrattuale. Da una parte si chiede ai nostri agricoltori di coltivare rispettando i massimi livelli qualitativi e sanitari per il prodotto, dall’altra si permette l’ingresso di enormi derrate di dubbio “pedigree”che mandano in tilt il mercato. Per questo non abbiamo altra strada da percorrere che la protesta ad oltranza, finché produttori e consumatori non vengano adeguatamente tutelati”, ha concluso il presidente Cia - Agricoltori Italiani.

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