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Un caffè per l’Unesco: parte da Trieste la campagna per far diventare “l’espresso italiano tradizionale” (con tanto di regole da rispettare) “Bene Immateriale dell’Umanità”. A lanciarla il “Consorzio di tutela dell’espresso tradizionale italiano”

Un caffè per l’Unesco: è partita da “TriestEspresso Expo 2016”, nei giorni scorsi, la campagna per il caffè espresso il riconoscimento di bene immateriale dell’Unesco, lanciata dal “Consorzio di tutela dell'espresso tradizionale italiano” di cui fanno parte 27 soci, tra cui Istituto nazionale espresso italiano (Inei) e Associazione caffè Trieste, e la domanda per ottenere il riconoscimento è già arrivata agli uffici di competenza, come è stato annunciato nel convegno “Caffè espresso italiano tradizionale: candidatura a Patrimonio dell’Unesco” (www.triestespresso.it), a cura di Giorgio Caballini di Sassoferrato, presidente della Dersut Caffè.

“A differenza degli altri prodotti che hanno avuto il riconoscimento dell’Unesco - ha spiegato Caballini - l’espresso ha una diffusione enorme, ma ciò che distingue la nostra proposta dalle altre è che contiene anche un capitolato che definisce esattamente i canoni che il prodotto deve rispettare per poter essere considerato espresso italiano tradizionale. Considerando l’adesione al Consorzio del Gruppo Italiano Torrefattori Caffè e dell’Istituto Nazionale Espresso Italiano possiamo dire che la maggior parte dei torrefattori italiani appoggia questa proposta. Si tratta di un progetto a favore dell’intero comparto e non ci sono preclusioni, perché per raggiungere l’obiettivo abbiamo bisogno del supporto di tutta la categoria”.

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