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Cinque chef per cinque “cappelli”: Bottura, Crippa, Alajmo, Uliassi e Romito al top per “I Ristoranti d’Italia 2017” de L’Espresso, che cambia metro di giudizio con l’addio ai ventesimi. Dallo chef “solo al comando” ad una qualità sempre più diffusa

Cinque chef per cinque “cappelli”: Massimo Bottura con l’“Osteria Francescana” di Modena, Enrico Crippa con il “Piazza Duomo” di Alba (Cuneo), Massimiliano Alajmo con “Le Calandre” di Rubano (Padova), Mauro Uliassi con “Uliassi” di Senigallia (Ancona) e Niko Romito con il “Reale” di Castel di Sangro (L’Aquila). Ecco il top della nuova Guida ““I Ristoranti d’Italia 2017” de “L’Espresso”, di scena oggi alla Stazione Leopolda a Firenze con l’edizione n. 39 (da domani in libreria e in digitale), che per la prima volta nella sua storia, dopo la “perfezione” raggiunta da Bottura lo scorso anno, con i 20/20, dice addio ai punteggi per la valutazione in simboli, i “cappelli” da cuoco da 0 a 5: non più, potenzialmente, uno chef “solo al comando”, quindi, ma il riconoscimento di una qualità sempre più diffusa che si registra nella ristorazione italiana. “Che nei ristoranti italiani non si sia mai mangiato bene come oggi è un dato di fatto - spiega il curatore Enzo Vizzari - la qualità dei locali di fascia alta (per cibo, ma pure ambiente, servizio, cantina) è cresciuta e continua a crescere, sia fra i ristoranti già affermati sia fra quelli, numerosi, di recente apertura. E si consolida il livello dell’offerta dei locali di fascia media, cerniera imprescindibile fra alta ristorazione e trattoria. La trattoria stessa si mette al passo con i tempi, aggiornando il suo modo d’essere senza perdere le proprie peculiarità (dimensione, modi di servizio, tipo di cucina). È una realtà sempre più consistente, e anzi è forse la novità più significativa, la proliferazione delle pizzerie di qualità, cui è dedicata una sezione ad hoc, quest’anno ampliata rispetto all’anno scorso”.

I “cappelli” indicano delle fasce di qualità (nessun cappello: un locale consigliato nella sua categoria; 1 cappello: buona cucina; 2 cappelli: cucina di qualità e di ricerca; 3 cappelli: cucina ottima; 4 cappelli: cucina eccellente; 5 cappelli: il meglio in assoluto) all’interno delle quali possono trovarsi locali e cucine distanti fra loro ma accomunati dal giudizio che la Guida dà al livello della cucina praticata. “Non ci siamo limitati a convertire i punteggi da ventesimi a cappelli - spiega Vizzari nell’introduzionev - ma abbiamo ripensato il voto di ogni locale in sé e in rapporto ad altri con voto analogo. La Guida fotografa non il mondo della ristorazione italiana, ma il vertice della piramide, la parte migliore (2.700 locali selezionati, 2.000 recensiti con una scheda, di cui 370 inseriti per la prima volta, 50 enoTavole, 78 pizzerie nella sezione Le migliori pizzerie d’Italia). Perché edizione dopo edizione - aggiunge Vizzari - ci siamo resi conto della difficoltà crescente, se non dell’arbitrarietà di giudizi espressi in frazione di punto per locali fra loro profondamente diversi e lontani per storia, cultura, dimensione, stile di cucina. Difficoltà tanto più crescenti quanto più si è alzato e si alza il livello medio della cucina del ristorante italiano”.

Dieci sono i ristoranti con 4 “cappelli”: Casa Perbellini di Verona, Del Cambio di Torino, Duomo, di Ragusa, Hotel Rome Cavalieri - La Pergola di Roma, La Madia, di Licata (Agrigento), La Peca di Lonigo (Vicenza), Mandarin Oriental - Seta di Milano, Taverna Estia di Brusciano (Napoli), Villa Crespi di Orta San Giulio (Novara), e Vissani di Baschi (Terni). Seguono 36 ristoranti con 3 “cappelli”, 89 con 2 “cappelli”, 363 con 1 “cappelli”. I ristoranti segnalati con almeno un cappello Regione per Regione, sono in Lombardia 90, Campania 53, Piemonte 48, Veneto e Toscana 47, Lazio 42, Emilia Romagna 35, Trentino Alto Adige 28, Sicilia 25, Liguria 18, Abruzzo 17, Puglia 14, Friuli Venezia Giulia, Umbria e Marche 9, Calabria 7, Valle d’Aosta 4, Sardegna 3, Molise e Basilicata 1.

Quindi, i Premi: Il Pranzo dell’Anno (Bertani) all’Osteria Francescana; La Cantina dell’Anno (Kettmeir) è quella di Uliassi; Il Maître dell’Anno (Zonin1821) è Sokol Ndreko del Lux lucis dell’hotel Principe di Forte dei Marmi (Lucca); Il Sommelier dell’Anno (Ferrari) è Matteo Zappile de Il Pagliaccio di Roma; Il Servizio di Sala dell’Anno (famiglia Cecchi) è quello del Seta del Mandarin Oriental di Milano; Il Giovane dell’Anno (Lilia) è Francesco Brutto di Undicesimo Vineria di Treviso; La Cuoca dell’Anno (Veuve Clicquot) è Antonia Klugmann de L’Argine a Vencò di Dolegna del Collio (Gorizia); La Performance dell’Anno (Consorzio Tutela Vini Piceni) è quella dell’Essenza di Milano; La Trattoria dell’Anno (Vignaioli di Scansano) è Al Convento di Cetara (Salerno); Le migliori enoTavole dell’Anno (Vite Colte) sono quelle di Al Carroponte di Bergamo, Magazzino 52 di Torino e Baldo Vino di Pistoia; La Selezione di “bollicine” (Guido Berlucchi) è quella dell’Osteria della Brughiera di Villa d’Almè (Bergamo); L’Innovazione in Cucina (Kitchen Aid) è Krèsios di Telese Terme (Benevento); Il Piatto dell’Anno (Pommery) è del Casadonna Reale di Castel di Sangro; La Pasta dell’Anno (De Cecco) è quella del Il Luogo di Aimo e Nadia di Milano; Il Risotto dell’Anno (Riso Scotti) va al Ristorante Berton di Milano; Il Carrello dei Formaggi dell’Anno (Igor) è del Piccolo Lago di Verbania; Il Caffè dell’Anno (Lavazza) è del Dal Pescatore di Runate-Canneto sull’Oglio (Mantova); La Cucina di Pesce dell’Anno (Terra Moretti) è La Pineta di Marina di Bibbona (Livorno); La Cucina Etnica dell’Anno (Contadi Castaldi) è quella di Iyo di Milano; La Qualità del Made in Italy (Sella & Mosca) è del D’O di San Pietro all’Olmo-Cornaredo (Milano); il Premio Alla Carriera (Genagricola) va a Bruna Gritti Cerea di Da Vittorio di Brusaporto (Bergamo); Il Giovane Pizzaiolo di Talento (Nastro Azzurro) è Stefano Vola di Bontà per Tutti di Santo Stefano Belbo (Cuneo); Il Cliente Ideale (Moon Import-Philipponnat “Aurelio Braschi”) è Chiara Agostinelli; infine, Le Novità dell’Anno con la nuova partnership con Coca Cola: Danì Maison di Ischia (Napoli) e Lume di Milano.

Focus - Il top de “I Ristoranti d’Italia 2017” de L’Espresso

Cinque “cappelli”

Le Calandre, Rubano (Padova)

Osteria Francescana, Modena

Piazza Duomo, Alba (Cuneo)

Reale, Castel di Sangro (L’Aquila)

Uliassi, Senigallia (Ancona)

Quattro “cappelli”

Casa Perbellini, Verona

Del Cambio, Torino

Duomo, Ragusa

Hotel Rome Cavalieri-La Pergola, Roma

La Madia, Licata (Agrigento)

La Peca, Lonigo (Vicenza)

Mandarin Oriental - Seta, Milano

Taverna Estia, Brusciano (Napoli)

Villa Crespi, Orta San Giulio (Novara)

Vissani, Baschi (Terni)

Tre “cappelli”

Acquerello, Fagliano Olona (Ancona)

Agli Amici, Udine

Antica Corona Reale - Da Renzo, Cervere (Cuneo)

Antica Osteria Cera, Campagna Lupia (Venezia)

Aqua Crua, Barbarano Vicentino (Vicenza)

Bracali, Massa Marittima (Grosseto)

Colline Ciociare, Acuto (Frosinone)

Combal.Zero, Rivoli (Torino)

Cracco, Milano

D’O, Cornaredo (Milano)

Da Vittorio, Brusaporto (Bergamo)

Dal Pescatore, Canneto sull’Oglio (Mantova)

Danì Maison, Ischia (Napoli)

Don Alfonso 1890, Sant’Agata sui Due Golfi (Napoli)

El Coq - Garibaldi, Vicenza

Enoteca Pinchiorri, Firenze

Enrico Bartolini - Mudec, Milano

Grancaffè & Ristorante Quadri, Venezia

Hisa Franko, Caporetto - Kobarid (Slovenia)

Hotel Four Seasons - Il Palagio, Firenze

Hotel Palazzo Avino - Rossellinis, Ravello (Savona)

Il Luogo di Aimo e Nadia, Milano

Il Pagliaccio, Roma

Krèsios, Telese Terme (Benevento)

La Trota, Rivodutri (Rieti)

Laite, Sappada (Belluno)

Lido 84, Gardone Riviera (Brescia)

Lorenzo, Forte dei Marmi (Lucca)

Lume, Milano

Madonnina del Pescatore, Senigallia (Ancona)

Miramonti l’Altro, Concesio (Brescia)

Paolo e Barbara, Sanremo (Imola)

Ristorane Berton, Milano

S’Apposentu di Casa Puddu, Siddi (Sud Sardegna)

San Domenico Palace Hotel - Principe Cerami, Taormina (Messima)

Torre del Saracino, Vico Equense (Napoli)

Villa Feltrinelli, Gargnano (Brescia)

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