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Se il tartufo guarda all’Unesco con la candidatura della Cultura a Patrimonio Immateriale, i tartufai sperano che piova. O nel 2016, dicono a WineNews dai territori vocati d’Italia, ci saranno pochi tartufi. Ma di qualità: prezzi fino a 3.000 euro/kg

Il Tartufo guarda all’Unesco: il Tuber Magnatum Pico, il più pregiato tra i prodotti made in Italy, ha lanciato la candidatura della “Cultura del Tartufo” a Patrimonio Immateriale dell’Umanità, riconoscimento di cui già si fregia la Dieta Mediterranea e al quale ambisce anche la Pizza napoletana. L’obbiettivo, hanno spiegato le Città del Tartufo e il Centro Nazionale Studi Tartufo di Alba, autori del dossier con l’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo di Slow Food e l’Università degli Studi di Siena, “è formalizzare, difendere e tramandare il “mito del tartufo” non solo come frutto dall’inestimabile valore” ma in quanto “patrimonio complesso di saperi, tradizioni e convenzioni non scritte che nascono come pratica di raccolta per diventare molto di più”. Un patrimonio condiviso da 13 Regioni italiane, dove la tradizione, ancora una volta, è pronta a ripetere i suoi rituali. Dopo la difficile annata 2015, scarsa e con prezzi alle stelle, anche la stagione 2016, dicono a WineNews i cercatori dei territori più vocati d’Italia, dal Piemonte alla Toscana, dall’Umbria alle Marche, dove in questi giorni è iniziata la raccolta, non sembra essere favorevole e si prospetta in linea con l’anno passato: non sarà abbondante, con tartufi di buona qualità, e di conseguenza con i prezzi che potrebbero arrivare fino a 3.000 euro al kg. Almeno per il momento, visto che dopo un inverno tiepido con precitazioni quasi assenti e senza neve a preparare il terreno, le piogge primaverili uniche a far da riserva idrica, e una lunga estate calda, il tartufo fa i conti con un autunno, caldo e anomalo, in cui per ora non piove. Ma la stagione del tartufo si prolunga, con le cose che potrebbero cambiare durante la raccolta.
Ad Alba, patria per eccellenza del Tartufo Bianco, la stagione di raccolta durerà fino al 31 gennaio, con 4.000 trifolau immersi nei boschi di Langhe, Roero e Monferrato Patrimonio dell’Unesco alla ricerca delle preziose pepite. Per salvaguardare questo paesaggio naturale che si riduce di anno in anno, tra abbandono, cambiamenti climatici, uso di diserbanti chimici, monocoltura e deforestazione, è stato lanciato anche un crowdfunding (fino al 31 dicembre su www.breathetruffle.fieradeltartufo.org). “Con la Regione Piemonte stiamo lavorando per salvaguardare il patrimonio tartufigeno dall’estinzione - dice a WineNews il presidente dell’Unione delle Associazioni Trifulau piemontesi Agostino Mario Aprile - riguardo all’annata, per ora è troppo caldo e, senza pioggia, non ci sono le condizioni favorevoli per lo sviluppo del tartufo. Temiamo che la stagione non sarà molto diversa dall’anno passato. E questo fa presagire che anche per i prezzi, in Fiera, andremo a finire sui 3.000 euro al kg”. Che sarà una stagione in linea con la difficile 2015, non abbondante e con prezzi dai 3.000 ai 5.000 euro al kg, lo conferma anche Antonio Degiacomi, presidente del Centro Studi Nazionale del Tartufo, sottolineando che anche per questo “il Mercato Mondiale del Tartufo della “Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba”, edizione n. 86, durerà due settimane in più, dal 8 ottobre al 27 novembre” (www.fieradeltartufo.org). L’altro evento attesissimo in Italia e nel mondo, l’Asta Mondiale del Tarufo Bianco d’Alba, ci sarà, invece, il 13 novembre, al Castello di Grinzane Cavour.
Da un territorio vocato all’altro, in Toscana a San Giovanni d’Asso, per il tartufo bianco delle Crete Senesi (protagonista della “Mostra Mercato del Tartufo Bianco delle Crete Senesi”, edizione n. 31, dal 12 al 20 novembre; www.mostradeltartufobianco.it), Paolo Valdambrini, alla guida dell’Associazione dei Tartufai Senesi, sottolinea che “la previsione è di un’alta qualità. Su quantità e prezzi, ad ora, è presto e non ci sbilanciamo”. Nell’altra patria del bianco, San Miniato, “ancora il vero tartufo bianco non si trova - dice Renato Battini, presidente Associazione Tartufai delle Colline Sanminiatesi, dove la “Mostra Mercato Nazionale del Tartufo Bianco di San Miniato”, edizione n. 46, è di scena dal 13 novembre al 4 dicembre (www.sanminiatopromozione.it) - ma i tartufai guardano alla luna. Quando farà, ai primi di ottobre, la quantità potrebbe aumentare. Se la stagione resta così i prezzi saranno molto alti, arrivando, si può prevedere, anche fino a 3.000 euro al kg”.
“Le previsioni sono contrastanti, per ora non è un buon tartufo. La nostra speranza è che, essendo un mese indietro con la luna, con le piogge che si sono state e quelle che arriveranno la situazione migliorerà. I prezzi ai cavatori sono già alti, da 700 a 1.500 euro al kg, e potrebbero arrivare a 4.000-5.000 euro al kg”, spiega Paolo Topi alla guida dell’Associazione nazionale Conduttori Tartufaie di Acqualagna, nelle Marche . La “Fiera nazionale del Tartufo Bianco d’Acqualagna” è in programma dal 30 ottobre al 13 novembre (www.acqualagna.com).
In Alta Umbria, i cercatori sono quasi 2.000, tra cui molti giovani, un po’ per integrare il proprio reddito, un po’ per stare a contatto con la natura insieme al fedele cane da cerca. “Fino alla metà di ottobre non si troveranno molti tartufi - fa il punto Mauro Severini, commissario della Comunità Montana Alta Umbria che promuove l’edizione n. 37 della “Mostra del Tartufo Bianco” a Città di Castello, dal 28 ottobre al 21 novembre (www.iltartufobianco.it) - ma le cose potrebbero cambiare in corso di raccolta, andando verso una quantità normale ed una buona qualità. Per i prezzi bisogna considerare che negli anni abbondanti siamo di media sui 1.000 euro al kg, negli anni poveri si arriva a 2.500 euro al kg. Penso che saremo attorno ai 1.500 euro al kg”.

Nell’attesa che il tartufo arrivi nei piatti, con il suo trionfo di profumi e sapori, da tutti i territori vocati d’Italia, la filiera saluta i primi interventi fiscali a favore del settore: dal 2017 entrerà in vigore una legge che allevia la pesante tassazione che grava anche sui cercatori occasionali senza partita Iva, per cui ci sarà un prelievo alla fonte del 23% emettendo ricevuta alla vendita.

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