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“Chiediamo il sostegno concreto di tutti per la nostra battaglia a tutela della biodiversità, che è cruciale”: così Carlin Petrini lancia “EartHeart”, la nuova campagna di Slow Food, realizzata con la Scuola Holden di Torino guidata da Mauro Berruto

“Oggi si chiama “crowdfunding” o “fundraising”, noi lo chiamavamo colletta: voi chiamatelo come volete, ma sosteneteci, perchè la lotta per la salvaguardia della biodiversità del mondo portata avanti da Slow Food con progetti come l’Arca del Gusto, per esempio (con oltre 4.000 prodotti catalogati salvati dall’estinzione, ndr), ha bisogno di risorse”: così Carlin Petrini, nel lancio di “EartHeart”, la nuova campagna di Slow Food per raccogliere fondi, progettata insieme alla Scuola Holden di Torino, fondata da Alessandro Baricco e diretta da Mauro Berruto. Due cortometraggi, con una terra a forma di cuore che pulsa, alimentata dalla biodiversità custodita da pastori, agricoltori e pescatori del mondo. Una causa a cui tutti sono chiamati a contribuire donando su http://donate.slowfood.com/. “Dobbiamo far capire che la sfida della biodiversità è cruciale per tutti, e che Slow Food è in prima linea - spiega Petrini - e se è vero che in parte la nostra passione per il cibo di ha fatto percepire, a volte, come dei goduriosi, è altrettanto vero che credo che il nostro ruolo sociale sia ormai riconosciuto, e per questo ora ci sentiamo in grado di chiedere un supporto a tutte le persone. Anche perchè per essere davvero autonomi, senza chiedere appoggio sempre ad istituzioni o aziende, serve il supporto delle persone. E poi il tema della biodiversità è davvero fondamentale. Il nostro è un sogno, ma i sogni, per diventare realtà, hanno bisogno che i conti economici tornino”.
“In 10.000 anni, l’uomo ha selezionato migliaia di varietà vegetali. In soli 70 anni, ne abbiamo perso il 75%”, è una delle info che i filmati raccontano, per spiegare l’importanza di questa operazione. “In Perù, per esempio, c’erano più di 5.000 varietà di patate, oggi siamo a poco più di 1.000”, aggiunge Petrini.
Fondamentale, anche in questo caso, che cambi qualcosa nella percezione delle persone. E del resto, la capacità del cambiamento è quello ha legato Slow Food alla Scuola Holden, come ha raccontato Berruto nella presentazione: “la nostra sede era un arsenale, qui si costruivano armi, artiglieria, qui è stato inventato il fucile Carcano, quello dell’omicidio di Kennedy. Oggi qui formiamo narratori, scrittori, autori che usano diversi linguaggi e strumenti. Vuol dire che le cose possono cambiare tanto, e noi speriamo di contribuire alla causa di Slow Food, che attraverso Terra Madre racconta una biodiversità umana di culture, saperi e sapori che è incredibile. E poi Carlo Petrini è una di quelle persone con cui avrei voluto lavorare, e ci siamo riusciti”.

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