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A volte un piatto può diventare simbolo di speranza e protagonista concreto di solidarietà. Come la Amatriciana, al centro di tante iniziative per raccogliere fondi per i territori colpiti dal terremoto, con Slow Food che rilancia a livello mondiale

A volte un piatto può diventare simbolo di speranza e protagonista concreto di solidarietà. Sta succedendo con la Amatriciana, celeberrimo sugo di Amatrice, tra le città più colpite dal sisma, insieme ad Accumuli ed Arquata del Tronto. Perchè se tutte le organizzazioni agricole hanno messo a disposizione mezzi per l’emergenza e strutture per gli sfollati, e organizzato raccolte di prodotti alimentari, così come la grande distribuzione, in molti hanno dato vita ad iniziative legate all’Amatriciana per raccogliere fondi, grazie ai piatti venduti nei ristoranti. Come “AmaTriciana” (con la Croce Rossa, http://goo.gl/PtMGoG0), tra le prime ad essere partite.
Ma c’è anche “Un’Amatriciana per Amatrice”, firmata Confesercenti e Associazione Città del Vino, che propone che tra il 12 ed il 18 il ricavato da ogni piatto di Amatriciana ordinato nei ristoranti aderenti venga girato ad un fondo che finanzierà la ricostruzione delle attività della ristorazione dei Comuni colpiti (www.unamatricianaperamatrice.it, Iban IT23A0312703200000000015000). E l’idea di sostenere la ricostruzione attraverso il piatto simbolo di Amatrice acquista dimensioni planetarie grazie a Slow Food ed al suo presidente e fondatore Carlo Petrini: “in tutto il mondo, attraverso questo piatto simbolo della storia gastronomica di Amatrice, speriamo di poter diffondere anche i valori di solidarietà e condivisione propri della cultura contadina da cui nasce” ha dichiarato, annunciando l'adesione di Slow Food alle tante iniziative nate in Italia e rilanciando, “chiamando in causa i ristoratori di tutto il mondo per un anno intero. Speriamo in questo modo che l’attenzione non svanisca e vada oltre l’onda emotiva del momento: superiamo l’emergenza e iniziamo già da oggi la ricostruzione. Chi ha vissuto questo dramma deve poter ritrovare la normalità il prima possibile, i fondi destinati devono essere durevoli e la raccolta costante. Con “Un futuro per Amatrice” (#unfuturoperamatrice) chiediamo ai ristoratori di tutto il mondo di inserire in carta il piatto simbolo della città colpita e di tenerlo per almeno un anno. E ai clienti chiediamo di sceglierlo. Per ogni amatriciana consumata verranno devoluti due euro, uno donato dal ristoratore, uno dal cliente. I fondi raccolti saranno direttamente versati al Comune di Amatrice (Iban: IT28M0832773470000000006000).

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