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Agricoltori, cuochi, pizzaioli, ristoratori: tutti in campo a sostegno delle popolazioni colpite dal terremoto. Tra donazioni di cibo, mezzi e strutture messe a disposizione per emergenza, raccolte fondi, tanta solidarietà dal mondo agroalimentare

Mentre il bilancio del terremoto che ha colpito il Centro Italia, inevitabilmente, si aggrava, il mondo dell’agroalimentare, come tutto il Paese, si attiva per portare il proprio sostegno alle zone più devastate, soprattutto Arquata del Tronto in Abruzzo e, nel Lazio, Accumuli ed Amatrice. Ed è proprio intorno alla Amatriciana, piatto simbolo del Paese Abruzzese, sono sorte tante iniziative: non solo “AmaTriciana”, che coinvolge i ristoranti d’Italia nel devolvere 2 euro alla Croce Rossa per ogni piatto di pasta all’Amatriciana che sarà ordinato (Iban: IT40F0623003204000030631681). A Napoli, Pasqualino Rossi e Francesco Martucci Francesco dell’Associazione Verace Pizza Napoletana stanno invitando i colleghi pizzaioli a creare una “pizza all’Amatriciana” per devolvere il ricavato alle popolazioni colpite dal terremoto.
Ancora, la Federazione Italiana Cuochi, che già da ieri ha inviato sul campo i propri chef a collaborare con la Protezione Civile, ha lanciato “Cuore Amatriciano”: ogni ristorante aderente donerà alle città del centro Italia colpite dal terremoto 5 euro per ogni piatto di pasta all’amatriciana servito. La Federazione Italiana Cuochi di Rieti, che è sul campo a fornire pasti alle persone colpite dal sisma, si occuperà della gestione dei contributi (per aderire basta fare un bonifico sul conto dell’Associazione Provinciale Cuochi Rieti, Iban IT73W0306914607100000000433).
Ma non solo: il Consorzio del Parmigiano Reggiano, il cui territorio e le cui aziende sono state duramente danneggiate dal terremoto dell’Emilia del 2012, sta inviando forme di formaggio per un primo soccorso alimentare, così come sono nate centinaia di iniziative di raccolta viveri, organizzate da istituzioni, comitati spontanei e organizzazioni di categoria. Come Coldiretti, Confagricoltura, Cia-Agricoltori Italiani e Copagri, che, oltre a questo hanno visto i propri agricoltori mettere a disposizione mezzi per aiutare i soccorsi, strutture agrituristiche per ospitare gli sfollati. Ed anche il mondo della grande distribuzione, con tutte le più grandi insegne, da Coop a Conad, attivate per raccogliere derrate alimentari.
Intanto, mentre continua la conta delle vittime e dei danni ai centri abitati, la Coldiretti ha attivato anche una specifica Unità di Crisi per un monitoraggio dei danni, in un’area a forte vocazione agricola che, come successo i Emilia quattro anni fa, dovrà fare i conti anche con stalle distrutte, casolari crollati, mancanza di energia elettrica e strade rurali interrotte. Aspetti che sembrano marginali, mentre tutti lavorano a spron battuto per salvare vite umane, ma che saranno, invece, fondamentali per il futuro di quei territori.

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