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Allarmismo meteorologico, l’associazione di categoria degli esercenti non ci sta: “se la situazione non dovesse mutare”, ha annunciato Fipe, “valuteremo soluzioni anche in sede giudiziaria, il procurato allarme è reato”

Dopo un week-end definito come “disastroso”, a causa di previsioni meteo che annunciavano maltempo e che hanno sbagliato quasi del tutto, la Federazione Italiana Pubblici Esercizi (Fipe) alza la voce, e pur non condividendo l’opzione di una class action, lamenta la presenza di “professionisti improvvisati della meterologia” e di un “circolo vizioso del sensazionalismo”.
“Non siamo favorevoli a class action”, si legge in una nota dell’associazione e firmata dal Vice Presidente vicario Aldo Mario Cursano, “ma se la situazione non dovesse mutare valuteremo soluzioni anche in sede giudiziaria: il procurato allarme è infatti un reato. Siamo consapevoli - prosegue Cursano - del fatto che la metereologia per sua stessa natura non è una scienza esatta, tuttavia, proprio per questo motivo, andrebbero evitati da parte degli operatori del settore allarmismi inutili che si rivelano estremamente dannosi per tutti, in primis per i cittadini che, ancora una volta, hanno rinunciato al mare, alla montagna e alla gita fuoriporta a causa di informazioni non corrette. Non bisogna infatti dimenticare che ormai la maggior parte della nostra clientela di riferimento organizza le proprie vacanze e week end sulla base delle previsioni meteo, spesso consultando siti di informazione non adeguatamente qualificati, in mancanza di un servizio meteo nazionale di riferimento”.
L’associazione di categoria chiede più collaborazione con le Agenzie Regionali, in modo da ripetere situazioni che, “come nel mese di giugno, hanno portato ad un rilevante danno economico per tutto il turismo, con 3 milioni di presenze in meno sul 2015 e una perdita stimata in 400 milioni di euro”.

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