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Nuova procedura di infrazione dell’Ue contro l’Italia per i ritardi nella lotta alla Xylella, con una lettera di messa in mora alle autorità italiane. Intanto, mentre il Governo convoca la Regione Puglia, per la Procura di Lecce “situazione migliora”

La Commissione Ue ha avviato una nuova procedura d’infrazione contro l’Italia per i ritardi accumulati nella lotta alla Xylella, come aveva avvertito il Commissario alla Salute Vytenis Andriukaitis dopo l’incontro, nei giorni scorsi, con il Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina. L’esecutivo comunitario ha deciso oggi di inviare una lettera di messa in mora alle autorità italiane, in quanto “è estremamente importante che l’Italia attui pienamente la decisione” Ue e “fermi l’avanzata della Xylella”, ha detto all’Ansa un portavoce della Commissione. Intanto, la Regione Puglia sarà chiamata la prossima settimana a Roma dal Governo: sul tavolo dovranno essere presentate le azioni e le attività immediate per il contrasto alla diffusione del batterio. Nel frattempo, la Procura di Lecce intende informare la Commissione Europea del miglioramento delle condizioni di alcuni uliveti colpiti in Puglia dalla Xyella dopo che questi sono stati trattati con le cosiddette buone pratiche.
Il 18 luglio in un incontro bilaterale dedicato alla questione Xylella, “il Ministro Martina è stato informato dal Commissario Andriukatis che la Commissione non avrebbe avuto altra scelta se non aprire una procedura d’infrazione, a meno che non fossero state prese azioni immediate da parte dell’Italia contro il batterio” killer degli ulivi, ha ricordato il portavoce. L’Italia ha ora 60 giorni di tempo per rispondere alla lettera di messa in mora di Bruxelles, altrimenti scatta la seconda tappa della procedura d’infrazione che prevede l’invio di un parere motivato. Una prima procedura d’infrazione era già stata aperta lo scorso dicembre, relativa al ritardo accumulato nell’applicazione della decisione 789/2015. Nel frattempo sono state adottate misure Ue più leggere per la lotta alla Xylella rispetto a quelle iniziali (decisione 2016/764). Dal punto di vista giuridico Ue è, quindi, diventato necessario avviare una nuova infrazione, essendo state modificate le misure da applicare ma che l’Italia continua a non applicare, e questo anche nonostante una sentenza della Corte Ue.
Il procuratore della Repubblica di Lecce, Cataldo Motta, spiega che “la Corte di Giustizia ha dato la possibilità di comunicare eventuali cambiamenti” al fine di valutare possibili modifiche alle direttive europee nel contrasto alla malattia che sta essiccando gli ulivi. Tra queste misure ci sono gli abbattimenti delle piante infette ma anche di quelle sane nel raggio di cento metri. “Abbiamo l’impressione - sottolinea Motta - che sia già cambiata la situazione perché abbiamo fatto verifiche sul campo e visto che alcuni uliveti si sono ripresi perfettamente grazie alle buone prassi della potatura, della pulizia a terra in corrispondenza della chioma dell’albero. Nulla di più di questo. C’è la fascia tra Brindisi e Lecce - aggiunge il procuratore - dove la situazione si è completamente modificata e gli ulivi si sono ripresi bene. Quindi questo - conclude - sembrerebbe un fatto in controtendenza rispetto a quanto accertato in precedenza”.
La Procura era intervenuta nella vicenda Xylella per verificare se davvero la causa dell’essiccamento degli ulivi nel Salento fosse il batterio diffuso dall’insetto cosiddetto sputacchina. Nell’ambito delle indagini ha indagato dieci persone tra le quali l’allora Commissario straordinario per l’emergenza, Giuseppe Silletti. I reati ipotizzati, a vario titolo, sono di diffusione di una malattia delle piante; violazione dolosa delle disposizioni in materia ambientale; falso materiale commesso da pubblico ufficiale in atti pubblici, falso ideologico, getto pericoloso di cose, distruzione o deturpamento di bellezze naturali. I reati sarebbero stati commessi nel leccese e zone limitrofe a partire dal 2010.

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