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Scienza contro ideologia: più di cento premi Nobel firmano una lettera aperta contro la posizione anti-Ogm di Greenpeace, citando il caso del “Golden Rice” che, secondo gli scienziati, potrebbe salvare centinaia di migliaia di vite

“Sollecitiamo Greenpeace e i suoi sostenitori a riesaminare l’esperienza di coltivatori e consumatori a livello globale con i raccolti e i cibi migliorati attraverso le biotecnologie, a riconoscere le conclusioni di autorevoli organizzazioni scientifiche e agenzie governative e ad abbandonare la loro campagna contro gli Ogm in generale, e contro il “Golden Rice” in particolare”. Firmato, oltre 100 premi Nobel in materie scientifiche, su 296 viventi. E anche se il muro contro muro tra comunità scientifica e detrattori degli organismi geneticamente modificati non è cosa nuova, la rilevanza mediatica di quelle 107 firme potrebbe davvero cambiare qualcosa in una diatriba che spesso prescinde dai dati di fatto. Come riportato dal “Washington Post” (www.washingtonpost.com), la lettera è nata su iniziativa di Richard Roberts, a capo della New England Biolabs, insieme a Phillip Sharp, entrambi vincitori del premio Nobel per la medicina nel 1993, e cita il caso del “Golden Rice”, una variante geneticamente modificata del riso creata per aggiungere vitamina A alla dieta quotidiana delle popolazioni nei paesi in via di sviluppo. La carenza di questa vitamina colpisce più di 250 milioni di persone in quei paesi secondo l’Oms, e il 40% dei bambini sotto i cinque anni: secondo l’Unicef, causa tra l’uno e i due milioni di morti l’anno, oltre a essere la prima causa di cecità infantile nel mondo, con non meno di 250.000 casi. La metà dei quali muore entro un anno dalla perdita della vista.

“Siamo scienziati - prosegue la lettera - e comprendiamo la logica della scienza. È facile vedere che ciò che sta facendo Greenpeace è dannoso e antiscientifico”: anche perché, come sottolineato dal premio Nobel Randy Shekman, “trovo sorprendente che gruppi che sono molto a favore della scienza quando si parla di cambiamenti climatici o delle vaccinazioni possano avere un atteggiamento così sprezzante nei confronti del punto di vista degli scienziati quando si parla di qualcosa di così importante come il futuro agricolo del pianeta”.
Dal canto suo Greenpeace, per bocca di Wilhelmina Pelegrinadi Greenpeace Southeast Asia, ha risposto alla lettera aperta dei premi Nobel con toni non esattamente concilianti: “è falso affermare che qualcuno stia bloccando il “Golden Rice”: ha fallito come soluzione e attualmente non è disponibile per l’acquisto, dopo più di vent’anni di ricerche. Secondo lo International Rice Research Institute non ci sono prove che influenzi la carenza di vitamina A”. E sulle soluzioni alternative a questo tipo di riso, Greenpeace ha affermato che “l’unica soluzione certa per risolvere il problema della denutrizione è una dieta sana e variegata, e fornire alle persone cibo vero basato sull’agricoltura ecologica non solo risolve il problema della malnutrizione, ma è anche una soluzione scalabile per adattarsi al cambiamento climatico. E’ irresponsabile imporre il “Golden Rice” come un rimedio veloce a persone in prima linea che non lo vogliono, specialmente quando ci sono soluzioni facili e efficaci già disponibili. Nelle Filippine Greenpeace sta lavorando per aumentare la resistenza al clima, e i governi e le associazioni benefiche hanno la possibilità concreta di supportare questi sforzi sostenendo un’agricoltura ecologica e resistente al clima, dando ai contadini l’accesso a una dieta bilanciata e nutriente, piuttosto che continuare a buttare soldi per il “Golden Rice”” .

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