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L’industria alimentare cerca un’alternativa salubre e green all’olio di palma e, al centro delle ricerche dell’Università di Catania, c’è il “pastazzo”, il residuo dalla spremitura degli agrumi, da usare nelle merendine e nelle bibite industriali

È guerra aperta all’olio di palma, con le grandi catene della Gdo, a partire dalla Coop, che hanno deciso di sospendere la produzione e ritirare dal commercio i prodotti a marchio contenenti il famigerato olio vegetale, e l’industria alimentare che deve, per forza di cose, trovare un degno sostituto, possibilmente salubre e green. Come il “pastazzo”, il residuo dalla spremitura degli agrumi, al centro delle ricerche dell’Università di Catania, che, una volta trasformato, potrebbe sostituire l’olio di palme nelle merendine, ma anche arricchire di fibre le bibite industriali.

La tecnica utilizzata, scrive il quotidiano “La Sicilia” (www.lasicilia.it), è una ripetuta operazione di lavaggio e poi l’essiccazione, con il prodotto triturato fino a una consistenza tipo farina. Ne sono state messe a punto due tipi: una solubile e l’altra no. La prima serve come additivo per le bevande e aggiungerebbe quell’apporto di fibre che i succhi di frutta non hanno, la seconda si può aggiungere nella lavorazione dei prodotti da forno.

“La caratteristica principale di questo secondo tipo - spiega Rosario Timpone della Citrech Snc, società di consulenza che affianca l’Università di Catania nel progetto - è la sua capacità di assorbire acqua almeno 8 volte il suo peso e, di conseguenza, può essere utilizzata con profitto per produrre prodotti da forno, rendendo il prodotto confezionato più duraturo e morbido, come avviene per le merendine”. La polvere di “pastazzo” costituirebbe il 5% nell’impasto tradizionale e permetterebbe di eliminare il 30% di grassi alimentari utilizzati attualmente. Potrebbe sostituire qualsiasi grasso alimentare e anche il discusso olio di palma. Invece la polvere di “pastazzo” solubile avrebbe la caratteristica di aggiungere fibre alle bevande.

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